Lavoro. Rider palermitani sospesi per aver applicato norme anti Covid-19

PALERMO – Da lunedì 29 giugno, due giovani rider, Fabio e Federica, sono stati sospesi dai turni settimanali di Socialfood, una piattaforma web palermitana di consegna pasti. La motivazione, secondo le parole di NIdiL Cgil Palermo, è nella richiesta di maggiori strumenti di sicurezza per tutti i lavoratori del settore, da tutelare contro il Covid-19.

La protesta per questa sospensione è sfociata venerdì 3 Luglio in un’assemblea dei lavoratori Socialfood, a Palermo davanti la sede dell’azienda. Lo stop dei due driver è stata infatti la goccia che ha fatto traboccare il vaso: da mesi i lavoratori chiedono maggiore sicurezza. E al riguardo Andrea Gattuso, segretario di NIdiL Cgil Palermo, durante l’assemblea ha dichiarato: “I due lavoratori, all’improvviso, da lunedì scorso, non sono più inseriti nel calendario dei turni. Si tratta di due rider che lavorano da parecchi anni con Socialfood, e per l’affidabilità e la disponibilità accordata totalizzano il maggior numero di turni tra mattina, pomeriggio e sera. Fabio e Federica sono stati sanzionati perché ritenuti ‘colpevoli’ di avere effettuato le consegne a domicilio contactless, cioè senza il contatto con il cliente, seguendo il protocollo di sicurezza anti-Covid inizialmente condiviso con l’azienda e poi sconfessato, motivo che è stato alla base di un nostro precedente sciopero.”.

I problemi dei lavoratori, secondo Gattuso, nascono prima del Coronavirus. Per questi lavoratori sembra manchi anche una vera e propria busta paga, con cui potrebbero avere dei vantaggi come il Bonus Renzi, e strumenti di sicurezza come i caschi protettivi, fondamentali per il loro tipo di servizio.

NIdiL Cgil chiede quindi il sostegno dei rider delle altre aziende presenti sul territorio attraverso un comunicato: “E’ importante che anche i rider di altre aziende come Glovo, Deliveroo e Zangaloro partecipino alle proteste e a Socialfood chiediamo l’immediata riattivazione dei turni dei due lavoratori. Perché hanno subito una grave ingiustizia. Riteniamo inaccettabile questo atteggiamento da parte di un’azienda che, rispetto alle multinazionali concorrenti, è una società locale palermitana, ma mostra di comportarsi come fosse distante dalla nostra realtà.”.

Nel merito abbiamo raccolto la testimonianza di Fabio Pace, uno dei due driver sospesi.

Lei e Federica, comportamento esemplare, eppure sospesi?

«Già durante il periodo di lockdown avevamo richiesto più sicurezza durante le consegne. All’inizio ci sembrava che l’azienda volesse aiutarci. L’obiettivo della richiesta era far scendere i clienti per non salire noi. Dopo qualche settimana ci è stato comunicato che alcuni clienti si erano arrabbiati per questo comportamento. Addirittura a un nostro collega sono stati tolti i soldi (Euro 3,60) della consegna. Abbiamo iniziato una protesta e questo è stato il risultato.»

Qual è la vostra sensazione. Riuscirete a riavere i vostri turni?

«Federica ha iniziato con i soli turni domenicali. Io nulla, ma spero di ritornare alla normalità, l’azienda dà pochi segnali. Tra l’altro da qualche settimana avevo firmato il contratto annuale. Quindi teoricamente non sono disoccupato, ma l’azienda non mi dà i turni. Sono rammaricato.»

Quando ha iniziato questo lavoro?

«Nel 2017. Sono un laurendo in filosofia. Durante questi anni ho fatto qualsiasi lavoro: muratore, cuoco, contadino, infine il driver. Ero sempre disponibile per l’azienda. Di mattina, a pranzo, di pomeriggio e di sera. Al massimo dopo tutti questi turni riuscivo ad arrivare a 800 euro. Tra l’altro vivo da solo, per me lavorare è necessario.»

Insomma, sfrecciate per la città in totale precarietà?

«È un lavoro pesante, ma non il più pesante di tutti. Io ho messo il massimo impegno in tutti questi anni. Sono stato punito solo perché portavoce di una protesta collettiva. Noi driver siamo dei lavoratori uguali agli altri. Questo è un lavoro fatto a ranking, guadagna chi fa di più e chi è più veloce. Ecco perché ci vedete sfrecciare.»

Spera in un incontro chiarificatore con l’azienda?

«Si lo spero. Abitando da solo per me lavorare è fondamentale. Il sindacato e Andrea Gattuso ce la stanno mettendo tutta. Speriamo di arrivare presto a un punto di incontro. Alla fine ho solo protestato per i diritti di tutti.»

In attesa di aggiornamenti dal sindacato e dai due rider sospesi, restiamo a disposizione della Socialfood di Palermo eventualmente desiderasse replicare o trovare, attraverso le nostre pagine, un punto di contatto con i lavoratori

Alessandro Morana

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