Teatro. Mario Aterrano nella pelle di Viviani

NAPOLI – Per il Napoli Teatro Festival Italia sarà in scena, domenica 19 luglio nel Palazzo Reale di Napoli, nel Cortile delle Carrozze, lo spettacolo “Processo a Viviani”, scritto e diretto da Corrado Ardone, interpretato da Mario Aterrano, nel ruolo di Raffaele Viviani, e da Massimo Peluso, in quello del Giudice.

Nella pelle e nei panni di Raffaele Viviani dunque troveremo l’attore Mario Aterrano, che ha iniziato la sua attivita artistica all’età di 17 anni al Teatro San Carlo di Napoli. Durante il suo percorso formativo ha studiato canto con il M° Gianni Aterrano, iniziando a lavorare su testi classici di autori come Moliere, Shakespeare, Plauto e Giordano Bruno. Da oltre venti anni è nella Compagnia Stabile del Teatro Sannazzaro, diretta da Luisa Conte prima e Lara Sansone poi. Ha avuto come compagni di lavoro e di viaggio interpreti come Corrado Pani, Alida Valli, Ivo Garrani, Massimo Ranieri, Miranda Martino, Rosalia Maggio, Nino e Carlo Taranto, solo per citarne alcuni. Sul grande schermo ha affiancato Kim Rossi Stuart, Laetitia Casta, Claudio Amendola, Michele Placido e altri. Ha lavorato per anni anche al Teatro Bellini di Napoli, diretto da Tato Russo, ed è considerato uno dei maggiori interpreti di Raffaele Viviani, contemporaneo.

Raggiungiamo Mario Aterrano durante le prove dello spettacolo, che narra, attraverso la forma del processo, le difficoltà riscontrate dal grande drammaturgo nel mettere in scena le sue opere durante il periodo fascista.

Quanto Viviani c’è in lei?

«Tanto. Viviani nella mia vita rappresenta moltissimo. Nato sui quartieri spagnoli, fin da piccolo ho respirato tutte le atmosfere che poi ho ritrovato nei personaggi che ho interpretato nelle molteplici opere di questo grande autore. E più mi calavo in questi personaggi più rivivevo la mia infanzia con i suoi colori, i suoi odori e i suoi suoni. Raffaele Viviani rappresenta le viscere di Napoli.»

Come sta preparando il personaggio?

«Questa è una delle interpretazioni più difficili. Per prepararmi a questo personaggio sto cercando di capire quanto le umiliazioni e le difficoltà, che ha dovuto superare nel periodo fascista, abbiano influito sulla sua persona. Questo testo di Corrado Ardone, di un processo immaginario a Raffaele Viviani, mi ha dato la possibilità come attore di entrare proprio nella pelle di Viviani, cercando di capire fino in fondo il suo essere un grande uomo.»

Cosa si augura per questo spettacolo?

«Questo spettacolo sarà rappresentato il 19 luglio nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia 2020, nel Cortile delle Carrozze del Palazzo Reale di Napoli. Mi auguro che abbia l’opportunità di approdare in molti altri teatri, sia per dare al pubblico la possibilità di conoscere le gioie e i dolori di Raffaele Viviani, sia per dare a me la continuità lavorativa che è mancata tanto in questi mesi di blocco totale.»

Ha altri progetti?

«Sì, spero di riprendere al più presto la mia collaborazione come attore al teatro Sannazzaro, con Lara Sansone. Ma auguro a tutte le maestranze teatrali e non di poter ricominciare a lavorare, al più presto e tutti insieme, per lasciarci alle spalle questo lungo periodo di fermo che ha messo a dura prova la nostra professionalità e la gioia di poter svolgere il nostro lavoro.»

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