Referendum. A Napoli in migliaia per il No

NAPOLI – La mattina di venerdì 21 ottobre migliaia di persone sono scese in piazza per sostenere il “NO” contro il Referendum costituzionale del 4 dicembre. Per l’occasione era stato indetto uno sciopero generale di lavoratori e studenti.

La manifestazione è partita da Piazza del Gesù, appuntamento intorno alle ore 09:00, per poi muoversi lungo le vie del centro, bloccando il traffico cittadino e facendosi sentire a gran voce, condividendo le idee con i cittadini, che poco a poco si sono aggregati al gruppo in corteo.

Migliaia di manifestanti per strada che, nonostante il caos, all’arrivo di un’ambulanza si sono immediatamente fatti da parte favorendo il suo passaggio. Tra i gruppi che hanno aderito all’iniziativa erano presenti anche studenti, universitari, lavoratori e disoccupati, oltre ai centri sociali come “Je so pazz”, “Iskra” e “Disoccupati 7 novembre”. Tutti insieme, uniti per dare voce ai cittadini, e per invitare a votare “No” al Referendum costituzionale promosso dal governo Renzi: un governo additato più volte dai presenti come non eletto dal popolo, il cui malumore è stato causato anche dalle politiche inefficaci a favore del Sud Italia. Un esempio lampante è quello della gestione del Call center Almaviva: precari da mesi e presenti anche loro in corteo.

La manifestazione, nonostante la pioggia incessante, ha fatto sosta alla sede della Regione Campania in Via Santa Lucia, dove in presenza della polizia in tenuta antisommossa si è rischiato lo scontro. A guidare il corteo una camionetta fornita di casse e microfono, attraverso cui hanno espresso le loro idee e gli slogan vari rappresentati dei gruppi sociali. Al riguardo sono da evidenziare le parole di una ragazza intervenuta: “Questa manifestazione non è soltanto contro questa riforma scellerata, ma contro tutto il governo Renzi: con il suo governo si stanno facendo scelte sbagliate, si utilizzano i fondi soltanto per la buona scuola, per le militarizzazioni e più in particolare in Campania con la questione di Bagnoli. Allora votare “No” significa dare un segnale forte, significa non piegarsi alle privatizzazioni, e significa tener fede a dei principi costituzionali già affermati. Infatti sono 47 gli articoli che verranno modificati nel caso in cui la riforma dovesse passare”.

Nel seguente video la testimonianza di un attivista.

Stefano Colasurdo

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