Chiaiano. Cittadini senza voce in capitolo sull’argomento “rifiuti”

CHIAIANO – Il Comune di Napoli a inizio ottobre ha individuato nei territori di Chiaiano e Napoli Est i luoghi che dovranno ospitare nuovi impianti di compostaggio. Due nuovi impianti quindi, in due zone diverse: la prima a Napoli Est in un’area vicina al depuratore, dove potrebbe sorgere un impianto da 40.000 tonnellate annue; mentre l’altra a Chiaiano, dove si pensa a una struttura per il compostaggio più piccola. Al riguardo ne abbiamo discusso con Gennaro Centanni, ex consigliere comunale, attualmente cittadino impegnato come attivista presso “Spazio a Sinistra”, movimento nato nel quartiere di Capodimonte come luogo d’incontro per discutere su temi inerenti la politica, la cultura, il sociale e la vita quotidiana.

Impianto di compostaggio a Chiaiano, dobbiamo preoccuparci?

«La proposta è nata su un bando regionale per la realizzazione di impianti di compostaggio, il Comune di Napoli ha partecipato decidendo Chiaiano come zona sui cui far sorgere l’impianto. Bisogna dire però che l’area nord di Napoli è un’area un po’ martoriata, compresa la Selva di Chiaiano: parliamo di zone che andrebbero bonificate e andrebbero fatti maggior controlli, poichè secondo voci indiscrete pare che ci siano sepolti rifiuti tossici, per la precisione radioattivi. La situazione è molto seria, soprattutto perchè nel raggio della discarica attuale vi abitano centinaia di famiglie, e secondo i dati sono in notevole aumento casi di malattie tumorali.»

La realizzazione dell’impianto è prevista su un’area ambientalmente protetta?

«Per legge non può essere realizzata in un ambito dove ci siano dei vincoli paesaggistici, bensì andrebbe costruita in un’area più industriale e soprattutto dove non ci sia alta densità abitativa, dato che la produzione del materiale finito, anche se curata o la migliore del mondo, provocherebbe comunque danni ambientali e di salute di non poco conto.»

Però al riguardo comitati e associazioni sono divisi, perché?

«Perchè c’è un fronte in cui ‘estremisti’ si sono schierati a favore della realizzazione dell’impianto e dall’altra le associazioni, compreso il movimento che io rappresento, che si oppongono. All’epoca ci incontrammo ed esponemmo quello che era il problema vero e cioè che già per anni la popolazione era stata mortificata con il problema rifuti e adesso ancora un volta i cittadini venivano allarmati con lo stesso problema, se non peggio di prima.»

Che tipo di impianto è previso?

«Beh i numeri sono un pò incerti, sono impianti che se non consumano almeno 30.000 tonnellate non sono produttivi, ma comunque rimane assurdo avere un impianto del genere in un luogo come il nostro. Il Sindaco più di una volta aveva affermato che i cittadini avevano voce in capitolo, aveva detto che i cittadini dovevano partecipare alle scelte del paese, ma così non è stato, visto che poi dopo il palese rifuto da parte dei cittadini il Comune ha proseguito per la propria strada. Noi però non ci fermiamo, siamo determinati a continuare questa battaglia. Noi vogliamo preservare e valorizzare le aree più agricole di Chiaiano. Vogliamo, ovviamente anche insieme ai privati, costruire piste ciclabili, agriturismi, maneggi, insomma luoghi dove le persone possano trovare uno spazio da vivere. Noi ci aspettiamo questo dal Comune, dalla Regione e dal Governo.»

Iulia Nicoleta Dana

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