Referendum. Scade il 2 novembre la proroga per votare all’estero

SAARBRUCKEN – I cittadini italiani si apprestano a votare il Referendum costituzionale del 4 dicembre, al fine di confermare o respingere la riforma Renzi-Boschi presentata nella legge costituzionale approvata il 12 aprile 2016. Per assicurare la possibilità di voto ai cittadini che si trovano all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo minimo di tre mesi e perciò non iscritti all’anagrafe degli italiani residenti fuori dai confini nazionali (AIRE), il termine precedentemente stabilito, l’8 ottobre, per inviare la richiesta di voto, è stato prorogato al 2 novembre.

Una delle proposte contenute nella riforma della Legge costituzionale è trasformare il bicameralismo paritario attualmente esistente in un “bicameralismo differenziato”, introducendo cambiamenti nell’iter legislativo di provvedimenti quali i disegni di legge, evitando quindi che il medesimo testo debba essere approvato da entrambe le Camere. Al voto anche l’abolizione del CNEL, Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro; la riduzione del numero dei senatori; l’eliminazione delle indennità parlamentari e la revisione di alcuni confini di competenze di Stato e Regioni sull’esercizio della potestà legislativa, al fine di ridimensionare l’autonomia regionale in seguito alla cattiva gestione di risorse pubbliche.

Le istanze di richiesta del referendum presso la cancelleria della Corte suprema di cassazione sono pervenute a partire dal 20 aprile 2016, in quanto la proposta di riforma è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna Camera, perciò è stato possibile appellarsi alla volontà del popolo. Quello del 4 dicembre sarà il terzo Referendum costituzionale della storia della Repubblica Italiana. A precederlo: il R.C. del 25 e 26 giugno 2006, alla fine del quale la riforma del centro-destra del 2005/2006 venne bocciata dal 61,29% dei votanti; e quello del 7 ottobre 2001 in materia modifica del Titolo V della parte seconda della Costituzione della Repubblica Italiana, che si concluse con la vittoria, cioè la promulgazione della legge voluta dal 64,20% degli italiani.

Essendo un referendum costituzionale, la promulgazione avverrà nel caso in cui i voti favorevoli siano superiori a quelli contrari, senza che vi sia bisogno del raggiungimento di un quorum. E’ perciò importante votare, anche dall’estero, al fine di esprimere la propria opinione.

La procedura di richiesta è molto semplice: necessaria per votare all’estero è la compilazione di un apposito formulario da indirizzare al Comune italiano di iscrizione nelle liste elettorali e da far pervenire via posta, telefax, posta elettronica anche non certificata o recapitata a mano da una persona differente dal richiedente, accompagnata da fotocopia di un documento d’identità valido; oppure l’invio al Comune di residenza, nelle stesse modalità sopra elencate, di una domanda in carta libera, nella quale si chieda di votare “ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, consapevole delle conseguenze penali in caso di dichiarazioni mendaci”, indicando il nome e cognome, luogo e data di nascita, luogo di residenza, consolato competente, indirizzo postale estero al quale dovrà essere spedito il plico elettorale, in caso di invio in busta.

Da una prima e non capillare indagine effettuata tra ragazzi italiani iscritti all’Universität des Saarlandes, nella città tedesca di Saarbrucken, è da segnalare che molti studenti italiani ignoravano l’esistenza di una procedura che permettesse di votare all’estero, ma in linea generale a coloro che lamentano informazioni poco chiare e sono restii all’invio della propria richiesta, si contrappone un alto numero di studenti che ritengono di avere un bagaglio di dati sufficiente a poter fare una scelta consapevole: «Se non si è informati è perché non ci si è voluti informare», si è sfogato una studente, «Siamo abituati a ricevere le notizie in modo passivo dalla televisione, e quando non la abbiamo ci si nasconde dietro un dito piuttosto che cercare e leggere una qualsiasi cosa»

By Zaira Magro

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