Referendum. A Napoli gli incontri per il “No sociale”

NAPOLI – Nel giorno della manifestazione a favore del “Sì” a Roma, al Referendum costituzionale il cui voto si terrà in data 4 dicembre 2016; a Napoli, nel pomeriggio del 29 ottobre, i “Comitati per il No” hanno organizzato in Via Partenope un incontro pubblico per sostenerne le ragioni e spiegarle ai cittadini. Allestito il gazebo, gli attivisti hanno svolto un lavoro di informazione e condivisioni dei punti salienti della riforma, fornendo ai passanti opuscoli informativi. Molto cittadini interessati si sono fermati ad ascoltare gli interventi che si sono susseguiti al gazebo.

Il tema portante che lega le diverse realtà sociali riunite nei comitati, alcune delle quali intervenute, è rappresentato dall’espressione del “No sociale”, un punto di vista per cui risulta necessario proporre una revisione della Costituzione vigente, ma con prospettive nettamente diverse rispetto alla riforma proposta nel Referendum: se la Carta rappresenta un patto tra tutte le forze sociali presenti nel Paese, non è possibile — sostengono i Comitati — che una riformulazione della stessa venga attuata esclusivamente dai poteri forti, e che arrivi quindi dall’alto.

Il dibattito, organizzato per aree tematiche, ha visto l’intervento di esponenti del mondo del lavoro e del precariato, della sanità, della scuola e della università. Una delle voci della “Assemblea Popolare di Bagnoli Libera” ha sottolineato il rischio di una maggior distanza tra il cittadino e le Istituzioni oltre che l’indebolimento della possibilità decisionale degli abitanti rispetto al territorio in cui vivono, contestando la riforma del Titolo V, vale a dire lo spostamento di alcune competenze dalle Regioni allo Stato centrale.

Anche le parole di Silvio, un attivista della “Rete per il Diritto alla Salute”, hanno ribadito il rischio di un’invasività maggiore da parte dello Stato nella legislazione concorrente, cioè l’ambito decisionale intermedio tra Stato e Regione sulle politiche sanitarie. Gli interventi di un esponente del “Coordinamento Aula LP” della Federico II e di una docente del “Coordinamento Precari Scuola” hanno inoltre evidenziato con preoccupazione il nesso tra le modifiche della Costituzione e la “Buona Scuola”.

Ci sono stati anche gli interventi degli attivisti di ISKRA, il sindacato USB e lo spazio liberato “Ex Opg-Je so’ pazzo”, che si sono soffermati sulla distanza tra la situazione critica dei lavoratori e i diritti esposti nella Costituzione che dovrebbero tutelarli, ribandendo le ragioni del “propositivo No sociale”. L’incontro ha permesso anche a Nadia, attivista napoletana di “Non Una Di Meno”, di raccontare del percorso nato dal confronto tra diverse realtà femministe sulla condizione della donna, lanciando l’invito alla partecipazione del corteo che si terrà a Roma il 26 novembre contro la violenza di genere.

All’incontro di Napoli ha partecipato il docente universitario Aldo Pappalepore, che si è soffermato sulle contraddizioni degli aspetti giuridici della riforma Costituzionale; tra i vari argomenti trattati, riguardo il “bicameralismo perfetto”, il Prof. Pappalepore ha sostenuto che la produzione delle leggi non otterrebbe maggior velocità e che anzi il processo è già rapido, poiché l’Italia è il secondo Paese in Europa per numero di leggi prodotte. L’ultimo intervento, da parte dell’assessore al Diritto alla città del Comune di Napoli, Carmine Piscopo, è servito a ribadire innanzitutto l’impegno quotidiano dell’Amministrazione Comunale in questa battaglia: ha sottolineato che “La difesa dei territori, della salute, di uno sviluppo possibile, di tutto ciò che noi oggi diciamo essere autonomia conquistata dalle collettività non può essere fermata di fronte a questo disegno.”.

Al termine dell’incontro abbiamo raccolto la testimonianza di Bruno Martirani, giovane esponente di “Massa Critica”.

Cosa rappresenta per i “Comitati del No” il Referendum del 4 dicembre?

«Il Referendum rappresenta sia uno spartiacque ma anche la formalizzazione di quello che già accade; la Costituzione è già stata in parte stravolta con la riforma del Titolo V, con l’introduzione del pareggio di bilancio e tante altre modifiche; noi pensiamo che sia una buona Carta, ma non bastante per il periodo storico in cui viviamo. Il nostro è un “No” dinamico, che possa aprire altre strade costituenti e che parta dal basso.»

Che risposte dalla città di Napoli al riguardo?

«Napoli è una città piena di particolarità, in cui c’è un fervente attivismo al riguardo, a differenza del resto d’Italia. C’è una massa critica che tenta di creare un dibattito il più interessante possibile.»

Sono previste altre attività?

«Si, di sicuro continueremo a mobilitarci. Faremo degli eventi non solo di discussione, ma anche mediatici per sponsorizzare la nostra causa nella speranza che almeno nella nostra città ci sia una vittoria schiacciante per il fronte del No.»

Dario Quattromani

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