Almaviva. Si vota il referendum

NAPOLI – Importanti sviluppi sulla questione Almaviva, la società di call center in procinto di licenziare innumerevoli dipendenti sul territorio nazionale. Il sindacato propone delle linee guida risolutive a fronte della questione. Una bozza dovrà essere approvata prima dagli stessi lavoratori tramite un referendum. Sono in corso le votazioni a Napoli.

Il piano è stato redatto durante l’ultimo incontro tra i sindacati Cgil, Cisl, Uil e l’azienda, e prevede un sostegno per i primi 6 mesi attraverso variazioni orarie e contrattuali: nuove percentuali di solidarietà; una nuova programmazione di solidarietà ogni 15 giorni; e una solidarietà orizzontale per i dipendenti part-time a 5 o 6 ore, dopodiché il futuro rimane ancorato al buio, avvolto nella totale incertezza e nella poca chiarezza. Al riguardo, molti collettivi, tra cui l‘ex Opg, si sono interessati alla questione, e hanno notato, come ci ha spiegato l’attivista Alessandro Riccitelli, che la soluzione proposta sembrerebbe essere peggiore addirittura della situazione attuale, regalando al Sig. Tripi, il presidente della Almaviva, una maggiore possibilità di rendere più flessibile l’utilizzo dei lavoratori, in modo da prolungare di 6 mesi l’uso dei contratti di solidarietà, redatti in maniera piuttosto sbilanciata a danno dei dipendenti delle sedi dichiarate in esubero. Oltre al fatto che tutto ciò non offre sbocchi per il futuro del lavoratore di Almaviva.

Il referendum cade sulle sedi nazionali più importante della società: Milano, Palermo, Napoli, Catania, Rende, Roma. I lavoratori devono decidere se queste linee guida promosse dai sindacati piacciono o meno. Proprio a Roma ha già vinto il no, ossia i lavoratori rifiutano questi principi cardine, promossi dal sindacato come possibile via di uscita dallo stallo delle vertenze. Si attende ora l’esito del voto di Palermo e Napoli: vincendo il “No”, i sindacati non potranno apportare la proposta di modifica all’azienda. La vittoria del “Sì” darebbe invece al sindacato l’opportunità di apportare delle modifiche.

Stefano Colasurdo

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