Almaviva, Gepin, Ex OPG e tanti altri. Presidio dei lavoratori alla Regione

NAPOLI – Alle ore 09:30 circa di mercoledì mattina si sono riuniti al Centro Direzionale di Napoli molti gruppi di lavoratori, disoccupati e chiunque volesse manifestare il proprio malcontento per la situazione lavorativa in Campania, in particolare i lavoratori e le lavoratrici di Almaviva Napoli hanno guidato un grande presidio sotto il palazzo del Consiglio Regionale, al Centro Direzionale appunto, per una mobilitazione contro la crisi che sta attraversando la società.

Da troppo tempo il mercato napoletano del lavoro è in crisi, per questo motivo la Giunta regionale più volte si è trovata a fronteggiare richieste di aiuto al riguardo, sotto forma di cortei e presidi. Proprio come nel caso dei lavoratori della società Almaviva: un’azienda multinazionale attiva nei settori della consulenza di impresa, dell’outsourcing e della fornitura di servizi professionali, fondata da Alberto Tripi a Roma nel 2005, e che opera con 38 sedi in Italia. I dati statistici sono impressionanti: l’azienda ha licenziato circa 3mila persone tra le imprese situate nelle città di Roma, Palermo e Napoli. Il motivo? Sempre lo stesso: la mancanza di profitti. Dunque la richiesta del corteo dei lavoratori è stata ovviamente il ritiro immediato dei licenziamenti.

Tra i vari gruppi presenti al presidio c’era anche l’Ex Opg “je so pazz”, la cui richiesta è riassumibile nell’unione delle lotte per i Diritti: “Questa è un’epoca dove purtroppo notizie di disoccupazione e licenziamenti sono all’ordine del giorno, per questo motivo c’è bisogno dell’unione di tutti i lavoratori, anche per poter scendere in piazza numerosi come questa mattina”.

Infatti mercoledì mattina la piazza del CDN era affollatissima, tantissime persone ‘armate’ di fischietti per colpire sonoramente le ‘sorde’ Istituzioni, per farsi sentire ancor più forte. Da segnalare che tra i presenti vi erano anche rappresentanti della Gepin di Casavatore, anche loro a forte rischio licenziamenti. La richiesta sempre la stessa: Lavoro.

Stefano Colasurdo

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