Migranti. Report dalla LUMSA di Roma per “We strangers, raccontiamo un’altra storia”

ROMA – Mercoledì 7 giugno alle ore 17:00 presso l’Aula Teatro dell’Università LUMSA, si è tenuto l’incontro “We strangers, raccontiamo un’altra storia”, iniziativa supportata dalla Fondazione Adenauer, l’Osservatorio Germania – Italia – Europa e l’Associazione RENA.

Per i saluti istituzionali sono intervenuti Giovanni Ferri, Prorettore dell’Università LUMSA; e Linda Di Pietro, Presidente di RENA; con due ospiti d’eccezione per discutere sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza: David Lubell, fondatore e direttore esecutivo del movimento “Welcoming America”, impegnato nell’accoglienza dei migranti in oltre 100 città degli Stati Uniti; ed Emma Bonino, già commissario europeo.

“La sensazione che si ha nel dibattuto italiano oggi sull’immigrazione è che l’accoglienza sia in qualche modo subordinata all’integrazione. Si lascia quindi al migrante il compito di integrarsi. Ove avesse successo questa cosa, allora si parlerebbe di accoglienza. Ma l’accoglienza è un qualcosa che deve avvenire prima, e questa è una premessa fondamentale per la riuscita del successo dell’integrazione.”, con queste parole introduce l’incontro Sara D’Agati, giornalista di Repubblica, soffermandosi sul concetto di “ribaltamento della percezione del migrante” solo grazie a un cambiamento culturale che deve avvenire, in primis, da parte nostra. Ciò che bisogna fare è riconsiderare, in chiave nuova, il concetto di narrativa ed essere in grado di saper raccontare una storia nuova, diversa, in cui il migrante non viene considerato come figura invadente e negativa. Da qui dunque il titolo dell’incontro, perchè siamo tutti stranieri sotto lo stesso tetto.

Durante l’evento si è discusso poi di politiche di accoglienza, integrazione dei rifugiati e modo in cui gli Stati, le organizzazioni e le associazioni della società civile stanno affrontando e gestendo il fenomeno della mobilità umana. Al riguardo, il messaggio trasmesso da Emma Bonino è che è necessario proporre nuove politiche di cooperazione allo sviluppo, che mirino al progresso integrale e tengano conto dei diritti umani e della dignità della persona: “Qual è il problema del nostro Paese? L’italia ha un declino demografico spaventoso. Oltre il declino, l’anno scorso 100mila persone hanno lasciato il paese per mille ragioni. Tutte le ricerche che abbiamo fatto, e Confindustria, Fondazione Moressa, dimostrano che solo per stare al pari e sostenere il welfare, all’Italia servono 160mila nuovi ingressi l’anno per i prossimi 10 anni. Quindi interessi e valori dovrebbero coincidere se ci fosse una politica di integrazione.”.

Per quanto riguarda la situazione europea in merito alle politiche di integrazione, la Bonino ha anche affermato che “una delle difficoltà di fare una legislazione europea per l’integrazione, è dovuta al fatto che i 27 paesi hanno 27 leggi nazionali sul lavoro. L’Europa si confronta di fronte a 27 leggi nazioni che reggono il mondo del lavoro ed è molto difficile omogeneizzarle. Per il momento è impensabile una legislazione comune per tutti e 27 i paesi.”.

Emma Bonino è anche promotrice della campagna “Ero straniero”, e di una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro, per superare la legge Bossi-Fini e puntare alla collaborazione bilaterale tra chi fugge e chi ospita.

Antonella Izzo

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