Libri. Comix e associazione Miccoli insieme per un fumetto sulla non violenza

NAPOLI – Una ventina di giovani tra disegnatori e sceneggiatori della Scuola Italiana di Comix di Mario Punzo, situata a Via Atri a Napoli, ha realizzato un libro a fumetti finanziato dall’otto per mille della Chiesa Valdese e che verrà pubblicato dalla casa editrice Marotta e Cafiero. Gli sceneggiatori e i disegnatori, durante la realizzazione del volume, sono stati guidati rispettivamente da Michele Assante del Leccese e da Pako Massimo.

Il libro, intitolato “La più bella vittoria. 10 storie di non violenza più una”, è dedicato alla memoria di Claudio Miccoli ed è nato grazie a un’iniziativa proposta dall’Associazione Miccoli, che da qualche anno concentra il proprio operato su eventi proposti nell’ottica della non violenza. L’associazione infatti è nata in onore di Claudio Miccoli, 20enne napoletano pacifista e ambientalista, morto il 6 ottobre 1978 in seguito a un’aggressione subìta il 30 settembre da una squadra di neofascisti armati di bastoni e di coltelli.

“Non mi hanno lasciato il tempo, io volevo parlare, volevo…”, queste le parole pronunciate da Miccoli in ospedale, prima di entrare in coma, e che rappresentano lo spirito con cui il giovane voleva affrontare l’aggressione del gruppo neofascista: il dialogo e la comprensione. L’associazione dunque, che nasce nel ’98 come Comitato Claudio Miccoli e divenuta associazione solo nel 2012, ha lo scopo di diffondere la cultura della non violenza e della difesa della natura, portando avanti quei valori in cui il giovane credeva e per i quali ha dato la vita. Nel merito, abbiamo intervistato Livio Miccoli, il fratello di Claudio, anche lui impegnato nell’associazione.

Come è nata l’idea di questo progetto, in collaborazione con la Scuola Italiana di Comix?

«Claudio amava fare tante cose, tra cui disegnare. Era un aspirante fumettista e ha lasciato alcune tavole incomplete (Tavole intese come pagine di fumetto – ndr). Fra le tante, una in particolare è molto importante per me: quella ispirata alla canzone di Eugenio Finardi “Oggi ho imparato a volare” e che Claudio ha lasciato a metà. Il nostro intento era dunque quello di completare il fumetto e riproporre dei valori che per mio fratello erano importanti. Abbiamo scelto di servirci del fumetto perché è uno degli strumenti più diretti e adatto ai giovani.»

Come è strutturato il libro?

«Il titolo “La più bella vittoria” è tratto da una poesia che Claudio scrisse quattro mesi prima di morire.  L’idea è stata quella di raccontare dieci storie sulla non violenza. “Più uno” si riferisce al fumetto di Claudio lasciato incompiuto e che abbiamo voluto completare (Andrea Scuotto si è occupato della sceneggiatura di quest’ultimo – ndr). Vogliamo che vengano diffusi messaggi su una cultura non violenta, per fare in modo che, attraverso il fumetto, i ragazzi riescano ad apprezzare l’impegno dei più noti pacifisti.»

Come la fa sentire questo progetto?

«Immensamente felice. E’ come riportare in vita Claudio e le sue passioni. Ricordarlo vuol dire ricordare la sensibilità di un giovane che scriveva poesie, si occupava attivamente della difesa della natura, si impegnava a costruire un mondo più pulito e giusto. Con la realizzazione di questo libro, che uscirà per la fine dell’anno, abbiamo anche portato in vita una delle passioni di Claudio per il fumetto.»

In chiusura di intervista, Michele Assante del Leccese interviene per precisare: «La Scuola Italiana di Comix non è nuova a questo tipo di iniziative. A luglio sono state realizzate 24 tavole sulla sclerosi infantile e già qualche anno fa si è attuata una campagna d’informazione per la Fondazione Melanoma attraverso la realizzazione dei fumetti “Le avventure di Neo I e II”»

La politica della non violenza di Claudio Miccoli, resa viva attraverso questo libro, deve essere dunque un monito ad andare contro gli schemi imposti dalla società corrotta, che obbliga a ragionare come in un gregge cieco e sordo. Miccoli, nella strofa finale della sua poesia datata 4 giugno 1978, ovvero 4 mesi prima di morire, ha scritto: “Non ho vinto perché volevo vincere, ma perché sono stato sconfitto: perché la più bella vittoria, per chi non vuole combattere, è non lottare proprio.”. Un presagio, che fa riflettere e chiarisce l’immagine di un ragazzo che lottava per vincere contro il male, assumendo un atteggiamento di opposizione nei confronti della violenza.

Nelle foto pubblicate, una pagina per ogni storia del libro.

Antonella Izzo

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