Immigrati. Sopravvivere è solo la prima sfida

POZZALLO – La fotografa danese Sofie Amalie Klougart ha presentato alla stazione televisiva statunitense CNN un reportage sulla vita dei migranti africani, ricevuti dal centro di accoglienza per immigrati di Pozzallo, in Sicilia.

L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni recentemente ha stimato la cifra di 102.000 stranieri giunti quest’anno in Europa, dal mare; di questi, ben 47.449 da gennaio a maggio 2015 sono arrivati in Italia. Migliaia sono dunque i migranti, che spinti dal desiderio di crearsi una nuova vita in Europa, fuggono dall’Africa via mare, rischiando la vita su imbarcazioni non idonee alla navigazione. I media internazionali diffondono le loro immagini quotidianamente: a volte sono sbarchi, altre volte tragedie. Ma in pochi immortalano cosa accade ai sopravvissuti e la loro nuova vita in Europa. Per questo motivo, la fotografa danese Sofie Amalie Klougart, in un suo reportage fotografico, incluso nella serie denominata Reaching Europe, ha documentato ad aprile scorso le condizioni degli immigrati arrivati sulla costa siciliana, ricevuti e assistiti dal centro di primo soccorso e accoglienza immigrati di Pozzallo: i soggetti sono giovani provenienti dall’Africa occidentale, imbarcati in Libia a bordo di barconi per proseguire il loro estenuante viaggio verso l’Italia, porta di accesso per l’Europa. Persone che abbandonano il proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni sociali o religiose, mancanza di opportunità lavorative.

Ciò che il reportage della Klougart ha rivelato, è che le sfide per i sopravvissuti non sono finite una volta sbarcati in Italia, anzi. La fotografa infatti ha raccontato alla CNN che i giovani incontrati a Pozzallo si trovavano nel centro di accoglienza già da tredici giorni, senza permesso di uscita, e da tredici giorni indossavano gli stessi vestiti forniti loro all’arrivo in Italia per restare all’interno del centro, una struttura adibita al primo soccorso che alla Klougart è parsa come una prigione, per la massiccia presenza di poliziotti che sorvegliavano gli immigrati.

Tra le toccanti immagini rilasciate in anteprima alla televisione americana, ne segnaliamo una che ritrae tre giovani immigrati, seduti sulle sedie di plastica sulle quali erano soliti passare il loro tempo, illuminati da un piccolo raggio di sole: un calore che non sentivano sulla pelle da tredici giorni. “Speriamo che, attraverso il nostro lavoro, si possa mantenere il pubblico interesse sugli immigrati e indurre le persone e l’Unione Europea ad agire”, ha dichiarato la Klougart, concludendo che “Non si deve più attendere l’incidente di un’altra imbarcazione e la morte di altre persone prima di fare qualcosa”.

By Miriam Lanzetta

Comments

  1. nulla di nuovo sotto il sole da alcuni anni a questa parte. Purtroppo le organizzazione mafiose appoggiate dai politici corrotti hanno determinato questa situazione di degrado quando al contrario, perseguendo i signori della guerra si poteva aiutare queste persone ha trovare una vita dignitosa nel loro paese. Questa quindi è solo la punta di un iceberg di una situazione che tende a destabilizzare intere popolazioni per fornire lauti guadagni e non solo a queste associazioni criminali. E’ quindi inutile ora fare facili berbenismi sui popoli europei che nulla possono bensì i governanti che a mio parere sono i veri responsabili di questa situazione.

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