Napoli, solidale con i migranti, marcia ‘a piedi scalzi’

 

NAPOLI- Venerdì 11 settembre, alle ore 17, partirà dalla stazione Metro Toledo, in direzione Piazza Municipio, la Marcia delle donne e degli uomini scalzi, in sostegno di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, vittime di politiche migratorie che spesso non salvaguardano la vita umana, mirando alla mera difesa del confine.

Parte da Venezia l’iniziativa che sposa la causa degli uomini scalzi del ventunesimo secolo, coloro i quali, costretti a spogliarsi della propria identità per fuggire da povertà e discriminazione, abbandonano il proprio paese attraversando quelle strade ignote che conducono a una terra che spesso li respinge o, nei casi peggiori li porta alla morte. La Marcia delle donne e degli uomini scalzi, lanciata da personalità dello spettacolo, della cultura e del giornalismo, si propone come l’inizio di un percorso di cambiamento globale, la cui sostanza è comprendere e far comprendere che respingere le vittime di ingiustizie militari, economiche e religiose sia umanamente inaccettabile.

 Numerose le adesioni nello stivale: dopo Venezia, anche Milano, Perugia, Roma, Cosenza, Palermo e altre città italiane aderiscono giorno dopo giorno. Tra gli ultimi aggiornamenti nella lista dei partecipanti, emerge, dunque, anche Napoli promuovendo un cammino di civiltà che parte dalla stazione Metro Toledo per arrivare a Piazza Municipio. Uomini e donne marceranno a piedi nudi per chiedere i cambiamenti necessari delle politiche migratorie europee e globali: la certezza di corridoi umanitari sicuri per le vittime di guerre, catastrofi e dittature, un’accoglienza degna e rispettosa per tutti e lo smantellamento dei centri di detenzione degli immigrati.

 La Marcia mira alla creazione di un vero sistema di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino, che stabilisce ” i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide”, nell’ambito della Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951 e la relativa direttiva UE. Una convenzione  divenuta insufficiente per un mondo cambiato da guerre e regimi dittatoriali che hanno portato ad un inevitabile rigonfiamento del flusso di migranti sempre più disperati.

By Miriam Lanzetta

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