Attivismo. La terza assemblea di “Agire nella crisi”

PADOVA – Si è svolta domenica 3 luglio a Padova, in Veneto, in occasione dello Sherwood Festival, la terza assemblea di “Agire nella crisi”, un contenitore di movimenti di attivismo. In assemblea si è discusso di tanti temi, con l’obiettivo di trovare soluzioni e percorsi per la costruzione comune di un’Europa dei popoli.

Sherwood non è solo un Festival, è un laboratorio attivo dal 1976, ed è uno spazio di discussione, sperimentazione, cambiamento, comunicazione. Divenuto poi negli anni una piattaforma 2.0: Global Project.

Global Project dà voce a una rete di attivisti, che in occasione del Festival si sono riuniti, permettendo la piena espressione di una comunità sociale e politica che sogna un mondo diverso, più giusto, attraverso l’arte, la musica, la scrittura, i dibattiti, gli incontri, per ridurre tutte le distanze, che siano i punti di vista, l’età o gli approcci.

“Agire nella crisi”, che in autunno scorso ha dato luogo a un’assemblea anche a Napoli, si propone in un’era di crisi globale, crisi non solo economica ma anche politica, sociale e di valori, di ridisegnare traiettorie verso un futuro che può essere migliore e lo fa con progettualità, con verifiche progressive. In particolare, il 3 luglio si è discusso di 6 punti principali, il primo tra questi è stato il percorso migranti, dove l’Italia acquisisce un ruolo sempre più centrale: una totale chiusura appare evidentemente sbagliata, c’è bisogno di un argine entro il quale i migranti, che cercano solo una vita più degna, la ottengano senza essere sfruttati e al pari di chi è onesto cittadino.

Si è discusso inoltre delle mobilitazioni contro i trattati commerciali transazionali, per far sì che le nostre esistenze non siano più mercificate. E ancora si è discusso contro l’ondata di privatizzazioni a difesa dei beni comuni; della violenza dei dispositivi di repressione e il confinamento dell’attivismo sociale.

Infine si è discusso della singolarità del caso Napoli, in seguito alle elezioni amministrative. Diversamente dalle città di Roma e Torino, che hanno scelto letture diverse, Napoli, oltre al risultato elettorale, si rifà a dinamiche sociali che coinvolgono ampi strati della popolazione.

All’assemblea era presente un attivista del collettivo Insurgencia, al quale abbiamo chiesto se una rivoluzione, nel senso marxista del termine, accadrà mai. Questa la sua risposta: «No, credo proprio che non accadrà mai. La rivoluzione è quella che parte dal basso, attraverso la sperimentazione, attraverso momenti di confronto, assemblee popolari, per la ripresa degli spazi politici e non».

By Claudia De Marino

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