Solidarietà. Il mercatino di Natale a Licola Mare

LICOLA – All’oratorio “S. Maria Goretti” di Licola Mare il Natale è alle porte: educatori, religiose e volontari hanno lavorato spalla a spalla con i bambini del progetto “Integra” per la realizzazione di un mercatino natalizio, allestito il giorno 3 dicembre. Il ricavato della vendita di oggetti e decorazioni realizzati dai bambini supporterà le prossime attività del progetto.

“Integra” si rivolge ai bambini che crescono in contesti difficili, zone periferiche che presentano un tessuto sociale disgregato e carente di attività di formazione e ricreazione; si tratta di un’offerta formativa extra-scolastica attiva presso la Diocesi di Pozzuoli e supportata dalla Caritas Diocesana. Le attività sono programmate, realizzate e supervisionate da psicologi, educatori e religiosi, che collaborano alla realizzazione di strategie di crescita, inclusione e sostegno dei bambini, e indirettamente anche delle famiglie. Il progetto attualmente opera su tre sedi: a Quarto, presso il centro educativo diocesano “Regina Pacis”; a Napoli, nella zona del Rione Traiano, nel centro sociale “La Salette”; e a Licola, presso l’oratorio “S.Maria Goretti”. E’ qui che ha preso corpo l’ultima iniziativa che ha coniugato solidarietà e aggregazione: un mercatino di Natale realizzato grazie alle creazioni dei bambini del progetto “Integra”. Le attività laboratoriali svolte a Licola Mare hanno dato modo ai piccoli partecipanti di mettere in campo creatività e manualità nella realizzazione di decorazioni natalizie di ogni sorta. Grazie al mercatino inoltre anche il resto della collettività ha potuto contribuire alle attività del progetto, che con il ricavato conta di organizzare una gita per i bambini.

Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Mariagrazia Scognamiglio, educatrice di “Integra”.

Quali attività svolgete a Licola Mare?

«Il progetto “Integra” accoglie principalmente i bambini in difficoltà, bisognosi d’aiuto e di sostegno. Noi siamo qui proprio per questo, per prenderci cura di loro. Questo è il nostro obiettivo principale. Ci incontriamo qui ogni giorno e i nostri pomeriggi si articolano in diversi momenti: uno di accoglienza, in cui accogliamo appunto i bambini, in un clima di festa in cui giochiamo, chiacchieriamo e ci chiediamo come stiamo. Successivamente inizia la fase del sostegno all’apprendimento, in cui noi educatori aiutiamo i bambini nel loro percorso scolastico. Il nostro obiettivo è quello di portarli all’autonomia, in modo che una volta conclusa l’esperienza nel progetto possano essere indipendenti. Finito questo momento, ogni giorno svolgiamo attività diverse: si tratta di laboratori che noi pensiamo e strutturiamo prima che il progetto inizi, a settembre, in base ai bisogni e i desideri dei bambini. Le attività laboratoriali non nascono per le preferenze di noi adulti: tutto ruota intorno ai bambini ed è organizzato per loro».

Quali sono i bisogni di questo territorio?

«Sicuramente è un territorio molto problematico, afflitto da un disagio non solo materiale, ma anche morale. C’è molta delinquenza, molta povertà, un disagio sociale generale. Qui le istituzioni non sono presenti, quindi un progetto come questo diventa la risposta per un territorio così martoriato, una delle poche iniziative che intervengono su questi disagi. Noi educatori curiamo il percorso con i bambini e sappiamo che hanno bisogno soprattutto di attenzione, di sentirsi amati. Spesso a casa hanno genitori poco presenti, quindi quando vengono qui hanno bisogno di sentirsi accolti così come sono, di essere ascoltati. Se si ha a che fare con un bambino vivace, per esempio, bisogna accoglierlo, nella consapevolezza che molto probabilmente lui non conosce altri modi per chiedere aiuto».

Perché il mercatino di Natale?

«Tra i nostri laboratori c’è quello creativo: un giorno, svolgendo attività manuali, uno dei ragazzini più grandi ci ha proposto questa iniziativa. Gli avevo detto che una persona aveva chiesto di acquistare una cornice fatta da loro, quindi da lui è nata la proposta di mettere queste creazioni al servizio del progetto organizzando un mercatino. Tutto è nato come una scommessa, un gioco, però man mano loro si sono impegnati sempre di più, anche perché gli abbiamo detto che il ricavato avrebbe permesso di organizzare un’attività al di fuori del progetto, quindi una gita o un’uscita per loro. L’idea è partita proprio dai ragazzi e questo ci ha incentivati a mettere in piedi questa iniziativa».

Ci saranno altre iniziative in questo periodo?

«Abbiamo organizzato il presepe vivente, in cui i protagonisti saranno i bambini. Ci sarà poi una tombolata con le famiglie, altro momento importante perché anche gli adulti hanno poche occasioni di aggregazione. E’ prevista inoltre una gita comune, durante la quale i bambini incontreranno gli altri partecipanti di Quarto e del Rione Traiano».

Cosa si augura rispetto al progetto?

«In questi giorni mi veniva in mente una cosa, mentre loro si impegnavano a realizzare i lavoretti: ci tenevano tanto a fare qualcosa di diverso rispetto alla loro quotidianità, perché magari non hanno modo o possibilità di fare altro insieme alle loro famiglie. Si sono impegnati molto, soprattutto i più piccoli, quindi mi auguro che possano essere felici e sereni, anche con poco».

Noemi Orabona

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