Pesce ‘fantasma’ nelle acque del Pacifico

ABERDEEN – Durante una spedizione internazionale nella Fossa delle Marianne, il team dell’Hadal Ecosystem Studies, HADES, ha scoperto l’esistenza di un essere quasi soprannaturale, un pesce con coda e pinne trasparenti che nuotava placidamente a una profondità straordinaria: oltre 8.000 metri.

Il team, a bordo della nave Falkor, era partito per una spedizione internazionale nella Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico, per effettuare immersioni a una profondità tra i 5.000 e i 10.600 metri, e studiare le pareti della più profonda depressione oceanica del mondo, gli ambienti, le specie viventi e i processi geologici. In trenta giorni, quasi un centinaio di immersioni, la fotocamera subacquea ha rilevato la presenza di moltissime specie animali particolari, tra loro un tipo di crostaceo molto raro e il pesce ‘fantasma’ dal corpo trasparente. Gli studiosi dell’Università di Aberdeen, in Scozia, sono rimasti sbalorditi dal video che ha ripreso il pesce: si muoveva delicatamente e agitava la coda e le pinne come fossero veli, quasi come se danzasse negli abissi.

Il pesce fluttuava a 8145 metri sotto il mare, al limite della profondità che gli scienziati ritengono sia consentita la sopravvivenza animale. Precedentemente, nella Fossa del Giappone ma 500 metri più in alto, un altro pesce deteneva il record di sopravvivenza in profondità, record che ora spetta al pesce ‘fantasma’.

E’ una scoperta importante per gli scienziati dell’università scozzese, che ora dovranno accertare se si tratta di una nuova specie. Anche se il dottor Alan Jamieson sembra convinto che il bizzarro pesce della Fossa delle Marianne sia “il primo esemplare di un animale che l’uomo ora ha la possibilità di conoscere e studiare”.

Una buona notizia per il mondo marino, che appena qualche settimana fa ha dovuto registrare la perdita di ben 500 leoni marini in Perù, forse avvelenati dai pescatori del luogo o disorientati dalle esplosioni delle compagnie petrolifere alla ricerca del greggio, esplosioni che avrebbero indotto i leoni a spiaggiarsi. Al riguardo le associazioni ambientaliste chiedono si faccia chiarezza sull’accaduto.

By Ilaria Nebulosi

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