Napoli. Discarica abusiva ai Ponti Rossi

NAPOLI – Martedì 8 agosto, parte dello spazio verde della collina di Capodimonte, lungo via Ponti Rossi, si presenta come una discarica a cielo aperto. Materiali e rifiuti di ogni sorta, sversati abusivamente, contaminano l’area a pochi metri dalla strada e dalle abitazioni.

Il territorio della III Municipalità del Comune di Napoli ospita tra le sue strade una delle più estese aree verdi del capoluogo campano. Le pendici della collina di Capodimonte sono ricoperte da un largo manto di vegetazione che culmina nell’omonimo parco, un’area custodita che offre ristoro, intrattenimento e cultura ai cittadini partenopei di tutte le età. Si alternano numerose le iniziative volte alla tutela responsabile e alla riqualificazione della zona, vero e proprio patrimonio naturale e storico. Le aree verdi non sono le sole ad arricchire il quartiere di Capodimonte: la zona dei Ponti Rossi conserva, per esempio, i resti di un tratto dell’acquedotto romano, un reperto di inestimabile valore storico, abbandonato all’incuria e ai danni provocati dai numerosi veicoli che transitano lungo la carreggiata.

Nonostante gli interventi di comitati, associazioni e attivisti, la zona dei Ponti Rossi subisce numerosi abusi. Lo sversamento indisturbato di rifiuti lungo la fiancata della strada, in corrispondenza di una delle fermate del bus, si ripete regolarmente. I materiali gettati sono spesso derivati dall’attività edilizia o di riparazione: pneumatici, ante di mobili, sedie rotte, scarti di lavorazione, contenitori in metallo vuoti, reti e molto altro. Il reato si svolge sempre allo stesso modo: camion e camioncini sostano lungo la strada e i conducenti gettano il materiale oltre il muretto, in pieno giorno. Ormai l’ammasso di legno, plastica, metalli e gomme ha assunto le proporzioni di una piccola discarica abusiva, che ha coperto lo spazio verde. Il recupero di rifiuti e la pulizia dell’area lungo la collina di Capodimonte non avvengono da molto tempo: a dimostrarlo sono gli oggetti stessi, coperti da erbacce o divorati dalla ruggine.

Noemi Orabona

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