Ambiente. Italia in fumo nei primi 7 mesi del 2017

ROMA – L’European Forest Fire Information System (EFFIS), organizzazione della Commissione europea, nei primi giorni di agosto ha pubblicato il risultato di una ricerca statistica, un dato preoccupante che riguarda la salvaguardia dell’ambiente in Italia: “nei primi sette mesi dell’anno 2017 gli incendi hanno coinvolto una superficie di 77.585 ettari, quasi il quadruplo rispetto ai 20.700 ettari andati a fuoco in media, da gennaio a luglio, tra il 2008 e il 2016”.
I roghi, secondo i dati diffusi dall’EFFIS, si sono concentrati nel mese di luglio, con 60.589 ettari di boschi in fiamme. La settimana peggiore è stata quella dal 9 al 15 luglio, con oltre 34mila ettari in fumo, cui è seguito un rallentamento: 14.405 ettari tra il 16 e il 22 luglio, e 4.356 ettari tra il 23 e il 29 luglio.

Sempre secondo l’European Forest Fire Information System, dall’inizio dell’anno si sono registrati 395 incendi di grandi dimensioni, superiori ai 30 ettari. Di questi, 300 si sono verificati sempre nel mese di luglio. I numeri quindi sono nettamente superiori a quelli degli anni scorsi: tra il 2008 e il 2016 infatti, l’Italia ha subito in media ’solo’ 77 grandi incendi nei primi sette mesi dell’anno.

Da segnalare che il Corpo Forestale dello Stato, nato nel 1822 come unica forza destinata alla tutela ambientale in Italia, è stato soppresso dal 1° gennaio 2017 dal precedente Governo Renzi, ora Gentiloni, e tutti i compiti di tutela e prevenzione sono stati assegnati ai Carabinieri, con accorpamento di 7mila uomini della ex Forestale. Al riguardo furono queste le parole di Maurizio Martina, Vicesegretario del Partito Democratico, anche all’epoca Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: “Riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio, rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d’Europa”.

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