Napoli. Report dalla conferenza della Maggioni sul giornalismo 2.0

NAPOLI – Martedì 31 gennaio si è tenuta la conferenza “Media senza mediatori? Il giornalismo nell’era dei social”, con la giornalista, e presidente della RAI, Monica Maggioni. Evento organizzato dall’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, nella sede di Via Costantinopoli a Napoli.

L’evento è durato circa un’ora, dalle ore 11:00 della mattina fino alle ore 12:00. Il dibattito si è concentrato sul ruolo del giornalista moderno, e chi meglio della Maggioni per raccontarlo? La giornalista si è soffermata infatti su alcuni concetti chiave quali la credibilità, la veridicità dei fatti e soprattutto sulla fiducia che il lettore pone al giornale o al giornalista. A proposito della veridicità, adotta una netta distinzione tra quelle che sono due fonti poco o per niente attendibili, creando di fatto una notizia falsa o addirittura una bufala. La prima però, a differenza della seconda, presenta alcuni caratteri veritieri, mentre la seconda è completamente estranea alla verità.

Il ruolo del giornalista sta anche nel verificare le fonti, in questo senso ha una forte responsabilità nei confronti del suo lettore, nonostante sia scomodo per il giornalista scrivere sempre la verità. A tal proposito la Maggioni ha detto che “cercando di dire cose vere, non ti fai molti amici”.

L’attenzione del pubblico presente in sala si è spostato poi verso lo schermo, posto alle spalle al tavolo della giornalista, con la proiezione di alcuni dati statistici riguardanti la fiducia dei lettori che ripongono nei media. Una percentuale fortemente negativa nei paesi occidentali.

Un ultimo spunto riflessivo è nato da una delle domande dal pubblico, inerente l’interpretazione dei fatti. La Maggioni ha accolto con stima la domanda, ritenendolo uno dei principali tratti caratteristici del giornalismo 2.0: i fatti vengono interpretati a seconda di ciò che si vuole far vedere. Lungo la stessa strada, nello stesso istante, ci sono molteplici angolature, da una si può sottolineare un aspetto positivo della vicenda, da un altro invece si analizza l’aspetto negativo.

La conferenza si è chiusa intorno alle ore 12:30, dopo un susseguirsi di domande, tante pervenute dai diversi professori provenienti da tutte le Università di Napoli. Da sottolineare però che in una conferenza come questa, sul giornalismo 2.0, che ha più volte criticato l’informazione degli strumenti di massa quali cellulari o internet in generale, almeno la metà dei partecipanti alla conferenza avevano un cellulare in mano.
Come dice la stessa Maggioni, il punto debole del giornalismo 2.0 è la soglia di concentrazione del lettore, o destinatario del messaggio. Peccato che questo sia capitato anche alla conferenza.

Stefano Colasurdo

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