Cultura. Al Castel Nuovo per la riscoperta di un luogo simbolo di Napoli

NAPOLI – Ogni domenica, dalle ore 9:30 alle 12:30, è possibile visitare alcuni ambienti del Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, fino a poco tempo fa interdetti e ora accessibili al pubblico. Grazie a una delibera del comune di Napoli, i componenti di alcune associazioni hanno recuperato e messo in sicurezza questi spazi, organizzando a partire da ottobre 2016 dei percorsi con visita guidata. Tra queste associazioni, che hanno il merito di aver riscoperto questi luoghi, c’è la TimeLine, che tramite i percorsi guidati conduce i visitatori alla scoperta di un pezzo di storia di Napoli.

Enzo de Luzio, presidente dell’associazione culturale, ha risposto alle nostre domande riguardo il valore storico e culturale di questa iniziativa.

Lo scopo dell’iniziativa?

«Restituire e rendere fruibili al pubblico spazi che prima non lo erano. Grazie a una delibera comunale, tre associazioni, tra cui la nostra, hanno in gestione alcuni ambienti del castello: la cannoniera di epoca aragonese al di sotto della torre d’oro; le prigioni con la scala a chiocciola, che le collega con la Cappella Palatina; e il camminamento esterno meridionale, che abbiamo recuperato e messo in sicurezza per poter consentire al pubblico di fare visite guidate.»

I professionisti che fanno parte dell’associazione?

«Nell’associazione sono presenti speleologi, geologi, ingegneri, archeologi e molti storici dell’arte. Siamo un gruppo ben nutrito che, grazie alle qualifiche dei singoli componenti, fornisce al pubblico le informazioni necessarie per comprendere al meglio la storia di questi luoghi.»

Come nasce il desiderio di rendere fruibili questi spazi?

«Dall’amore per la città. Il fattore che accomuna tutte le persone che lavorano in quest’associazione è l’amore per la città di Napoli. Il problema principale è la mancanza di fondi e la mancanza di personale, con la conseguente difficoltà di fare manutenzione. La delibera del Comune è un ottimo escamotage, perché permette al castello di ricevere la manutenzione di cui necessita, a costo zero per il Comune, e rende visitabili alcune zone che altrimenti sarebbero rimaste chiuse. È un meccanismo molto efficiente.»

Un do ut des in cui vincono tutti alla fine?

«Esatto. Il Comune affida a privati competenti, che hanno particolari qualifiche, il recupero di questi ambienti, e in cambio ci permette di gestirli e di fare visite guidate.»

Che tipo di utenza fa visita al Castel Nuovo?

«Il periodo di affluenza maggiore è stato quelle delle festività natalizie. Ora le visite sono un po’ in calo perché ovviamente il turismo segue le festività. Abbiamo fatto percorsi guidati a stranieri, ma anche a tanti italiani in visita a Napoli, che hanno apprezzato la città. Abbiamo notato infatti che molti di loro sono tornati più volte a Napoli e con molto entusiasmo stanno riscoprendo la città.»

I napoletani come hanno risposto all’iniziativa?

«In maniera orgogliosa. All’inizio erano un po’ restii e sospettosi, ipotizzando quale malfatta potesse nascondersi. Poi, una volta fatti i percorsi, si rendono conto di quello che permettiamo di vedere e soprattutto si rendono conto delle reazioni che hanno gli stranieri e gli italiani in visita, sentendosi orgogliosi perché comprendono che stiamo mostrando al mondo quali sono le enormi potenzialità dal punto di vista storico, culturale e turistico che questa città possiede.»

By Ilaria D’Alessandro

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