Napoli. Il presidio “Rose rosse per te – contro il DASPO urbano”

NAPOLI – Giovedì 11 maggio alle ore 10:00, in Via Ferdinando Galiani ha avuto luogo il presidio “Rose rosse per te – contro il DASPO urbano”, organizzato dalla rete di attivisti napoletani “Massa Critica” davanti la sede della Polizia municipale dell’unità operativa di Chiaia, per sensibilizzare la cittadinanza e mostrare dissenso sull’attuazione in città del DASPO (Acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive – ndr) ai danni di un venditore ambulante.

In mattinata molti attivisti napoletani si sono dati appuntamento davanti la sede della Polizia municipale di Chiaia, per protestare pacificamente contro l’attuazione da parte dei vigili del cosiddetto DASPO urbano, una delle misure previste dal recente Decreto Minniti sulla sicurezza urbana. Nei giorni scorsi infatti un venditore ambulante è stato sanzionato in zona Chiaia, così come si apprende dal comunicato stampa del 09/05/2017 della Giunta del Comune di Napoli: “Nell’ambito delle attività di controllo del territorio e repressione del commercio abusivo itinerante, personale della U.O. Chiaia ha sanzionato un venditore ambulante abusivo con le nuove modalità previste dal Decreto Legge n. 14 del 2017 convertito in Legge n. 48 del 2017, relativo alle nuove disposizioni in materia di sicurezza urbana nelle città. Il trasgressore, venditore di fiori, occupava l’area dinanzi alla stazione della Metropolitana di Piazza Amedeo, impedendo la libera accessibilità e la fruizione della stessa Metro. Oltre alle sanzioni amministrative relative al commercio abusivo con il sequestro della merce, veniva elevato anche verbale di allontanamento per le successive 48 ore dal luogo dell’illecito così come previsto dalla nuova norma. Sarà cura dare continuità ai controlli in quanto in caso di recidiva nelle 48 ore scatterà il cosiddetto “Daspo” mediante segnalazione al Questore di Napoli. Per la prima volta, oltre che ai parcheggiatori abusivi, il Decreto Sicurezza viene applicato anche nei confronti dei venditori abusivi.”.

Un atto ingiusto e repressivo, a detta degli attivisti presenti, che va nella direzione della “città vetrina”  e della “Napoli turistica” attraverso una legge che in nome del decoro e della sicurezza calpesta la povertà e le difficoltà dei cittadini più poveri, in una città con tantissimi disoccupati e precari. I manifestanti hanno quindi chiesto a gran voce che non si verifichi più un evento simile e che l’Amministrazione e il Sindaco della “Città ribelle” non permettano altre “vergogne simili in città”.

Dopo aver mostrato il proprio il dissenso attraverso l’uso del megafono e mediante uno striscione, alcuni attivisti hanno consegnato simbolicamente un mazzo di rose all’unita di Polizia municipale. Presente al presidio anche Pino De Stasio, Consigliere della II Municipalità di Napoli.

Il sindaco Luigi de Magistris, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, a margine del Pon Metro a Castel dell’Ovo, ha commentato l’episodio impegnandosi a invitare nel suo ufficio il venditore ambulante in questione, e a rilasciargli un’autorizzazione che gli permetta la vendita dei fiori in “un luogo in cui nessuno lo potrà disturbare e nessuno potrà applicargli, un domani, un daspo.”.

Durante la protesta, abbiamo rivolto le nostre domande all’attivista Paola, della “Mensa Occupata”:

Perché siete qui?

«Siamo qui per protestare contro la sanzione subita da parte di un ‘pericoloso’ venditore ambulante di fiori, il DASPO. Lo stesso Sindaco in passato ha dichiarato pubblicamente che il Comune di Napoli non lo avrebbe applicato, ma che anzi la città avrebbe avuto la possibilità di difendersi da queste misure. Nella nostra città c’è un altissimo tasso di disoccupazione e siamo consapevoli della forte presenza del lavoro nero, ma purtroppo le persone devono poter campare. Nei mesi precedenti a questo episodio sono stati presi provvedimenti di allontanamento ai danni dei parcheggiatori abusivi, misure repressive che il Comune non avrebbe dovuto applicare vista la promessa del Sindaco.»

Temete che ci possa essere un maggior utilizzo di queste misure?

«Temiamo l’esigenza di incremento del turismo, il “centro-vetrina”; temiamo il modo in cui si stanno sviluppando i processi di gentrificazione (Trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio – ndr), soprattutto al centro storico, nel quale c’è un aumento della presenza delle forze dell’ordine e dei controlli, oltre che delle telecamere. Se non si da’ una prima risposta adesso, alle prime applicazioni del Decreto, ci potrebbe essere una escalation.»

Quale segnale date con la vostra presenza?

«Vogliamo esprimere forte solidarietà a chi ogni giorno tenta di sopravvivere in questa città che lotta, a chi prova a lavorare. Io non capisco dove si voglia spingere queste persone, che con le loro difficoltà non possono vendere, non possono fare i parcheggiatori, cosa devono fare? Rubare, spacciare? Voglio capire il modo in cui si vuole rispondere alla crisi che c’è in città e in tutt’Italia: non è attraverso misure repressive che si risponde alla crisi, anzi tutto questo porterà a una maggior differenza tra cittadini ricchi e poveri: il ricco può frequentare alcune zone e il povero invece, deve starsene in periferia, ai margini, in nome del decoro. Non politiche sociali, ma eliminare dunque il problema della povertà eliminando i poveri.»

I vostri progetti sul tema della sicurezza urbana?

«Nascerà un comitato cittadino contro la repressione, per allargare la questione anche ad altri cittadini, poiché il tema riguarda tutti, e affinché si possa esprimere una risposta forte e unitaria contro le politiche repressive. Ci stiamo muovendo, e non mancheranno altri momenti di incontro e dibattito sul tema, vedremo cosa ne uscirà.».

Dario Quattromani

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