Napoli. Con Annalaura di Luggo, arte e solidarietà all’Istituto Colosimo

NAPOLI – Special opening all’Istituto Paolo Colosimo, in via S.Teresa degli Scalzi 36 a Napoli, dove martedì 6 giugno alle ore 19:15 l’arte e la solidarietà incontrano la moda di Maurizio Marinella, la gioielleria di Luca Mantovano gioielli e le creazioni culinarie di Eccellenze Campane. L’evento è “Blind Vision” di Annalaura di Luggo, a cura di Raisa Clavijo.

Alla serata saranno presenti I cavalieri del lavoro Paolo Scudieri e Maurizio Marinella con Luca Mantovano, che affiancheranno l’artista Annalaura di Luggo in una serata speciale che permetterà di calarsi nella dimensione dei non vedenti attraverso l’installazione multimediale Blind Vision, che introduce lo spettatore all’esperienza del non vedere attraverso una rampa di scale in discesa che conduce in una stanza, la cui architettura ricorda una grotta oscura, dove sono stati collocati 20 light box destinati a riprodurre la forma dell’iride di ognuno dei protagonisti che hanno interagito con l’artista.

La serata inizierà con la visita della suddetta mostra multimediale Blind Vision e la proiezione del documentario, diretto da Nanni Zedda, nel teatro barocco dove verrà consegnato un regalo speciale al presidente dell’Unione dei ciechi Mario Mirabile: un orologio tattile di ultima generazione “Bradley watch”, vincitore di vari premi di design, di cui Luca Mantovano è l’unico concessionario in Italia. Maurizio Marinella consegnerà invece una cravatta dell’ultima collezione al presidente dell’Associazione Teatro Colosimo Antonio Cafasso.
A seguire ci sarà una cena al buio con I prodotti della terra del buono di Eccellenze Campane, che sarà servita dai non vedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti e dai membri dell’Associazione Teatro Colosimo.

L’artista di Luggo, che vive e lavora a Napoli, ma espone le sue opere in tutto il mondo, ha lavorato con venti persone dell’U.I.C.I. (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dell’Associazione Teatro Colosimo di Napoli per esplorare, attraverso approcci fisici e tattili, l’universo interiore di quegli individui che per percepire il mondo usano sensi alternativi alla vista. Le interazioni hanno ispirato il documentario Blind Vision, diretto da Nanni Zedda.

L’opera di Annalaura di Luggo si basa sul riconoscimento del valore dell’essere umano come “unico e irripetibile”, così come unico e irripetibile è il modo in cui ognuno di noi percepisce il mondo. Questa è una delle ragioni per cui ha scelto l’iride come protagonista delle sue fotografie. Ma il suo lavoro non si ferma alla macrofotografia di questo particolare anatomico; il tema principale del suo progetto Occh-IO/Eye-I, che ha presentato in giro per il mondo, è appunto la soggettività della percezione umana e l’unicità di ogni essere umano presente nell’iride che l’artista immortala con una macchina fotografica, da lei brevettata e costruita usando risorse tecniche della scienza oftalmologica.

La fotografia dell’iride è solo una parte del processo creativo di Annalaura di Luggo, e viene implementata dalle interazioni generate nel momento di catturare le immagini. L’artista stabilisce, infatti, uno scambio empatico con il suo soggetto attraverso un’intervista che permette di condividere punti di vista e opinioni su temi diversi, dalle esperienze di vita più intime a questioni universali. Allora, la fotografia dell’iride rimane come prova di quel momento di complicità e comunione tra due esseri umani (l’artista e il soggetto a cui l’occhio appartiene) lasciando una traccia unica e irripetibile come i suoi occhi.

Queste interazioni hanno anche generato un ricco archivio di storie di vita, sentimenti e riflessioni su come la società percepisce le persone che soffrono di difficoltà visive. L’installazione multimediale Blind Vision conserva tracce di ogni partecipante al progetto. Seguendo un copione attentamente strutturato dall’artista e dal sound designer Paky Di Maio, ogni light box si illumina per qualche istante e narra, attraverso la voce di ogni soggetto, l’esperienza di affrontare un’avversità che, anziché penalizzante, si è rivelata fonte di forza e speranza. Come sottofondo sonoro dell’opera, Di Maio ha composto una musica generata dai suoni dell’ambiente in cui si sono verificati questi incontri, oltre ai suoni che quotidianamente percorrono l’Istituto Colosimo.

In una sala buia accanto all’installazione multimediale è esposta Essenza, una scultura creata per essere percepita dai non vedenti prendendo a modello uno degli occhi fotografati a cui manca interamente la pupilla.

Un terzo progetto nato dalla magia di questi incontri è la mostra “A Journey of Light”, una raccolta di immagini scattate dal fotografo napoletano Sergio Siano come documentazione dei momenti in cui Annalaura interagiva con ognuno dei partecipanti al progetto. Questa selezione di foto raccoglie momenti in cui i protagonisti e l’artista danzano, si abbracciano, si tengono per mano, condividono una carezza, insegnano l’un l’altro a fare i massaggi e a leggere in Braille.

Blind Vision è stato realizzato con il patrocinio morale di Regione Campania, Comune di Napoli e Unione Italiana Ciechi onlus (Sezione Napoli), con il supporto dell’Associazione Teatro Colosimo e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli.

Laura Pando

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