Egitto: uguaglianza di genere, da chi dipende?

IL CAIRO – Analisi recenti hanno portato alla luce dati preoccupanti per i diritti di genere in Egitto: secondo la Banca Mondiale, le donne che lavorano in Egitto sono soltanto il 24,2% della complessiva forza lavoro. La causa di tali cifre, secondo l’opinione corrente, è la pressione sociale che impedisce alle donne di sviluppare e intraprendere progetti ambiziosi riguardo la propria carriera.

Secondo il Consiglio Popolare, che ha analizzato i dati rilevati, le donne egiziane percepiscono una certa incompatibilità tra il lavoro e il loro ruolo sociale. In particolar modo le donne sposate sono quelle che lavorano di meno. Il 66% delle giovani donne non impiegate dichiara di svolgere mansioni casalinghe, di queste l’87% ha dichiarato di essere in possesso di un titolo di studi universitario, che però non sfrutta per poter assurgere al proprio ruolo di massaia.

Secondo lo studio, molte donne cercano impiego nel settore pubblico e, pur di trovarlo, sono disposte a restare disoccupate in attesa del lavoro dei ‘loro sogni’. Il desiderio di dipendenza statale sarebbe fomentato dalla prospettiva di mansioni, incarichi e orari che meglio si confanno al ruolo femminile nell’ambiente familiare. Se ne deduce che in Egitto le donne non puntino a lavorare presso grandi aziende e non sperano nella scalata al successo e nel totale cambiamento della propria vita o delle proprie condizioni, dunque si accontentano. In realtà ci troviamo di fronte a una forma di femminismo molto particolare: molte giovani donne conseguono un titolo universitario, parlano dell’importanza di avere una carriera per una donna, salvo poi lavorare per qualche anno, finché non trovano marito. Tutto ciò appare come una scelta consapevole, ma è la concezione che la donna ha di se stessa che non la porta ad avere ambizioni, e ciò viene definito come una forma di femminismo, in quanto le donne scelgono in maniera autonoma e consapevole. Sembrerebbe essere un comprensibile atto di libertà, ma quanto va ad influire sull’assetto societario? L’uguaglianza di genere non è solo una questione di chi lavora e chi no. La vera uguaglianza è nel potere decisionale di ciascuno di esercitare il proprio diritto al lavoro. Se una donna sceglie liberamente di non lavorare, la sua scelta va rispettata così come quella di un uomo di essere parte attiva della forza lavoro del paese.

Restano da considerare le influenze di tali decisioni sulla società: il contributo mancante del genere femminile evidenzia una forte carenza nel sistema di crescita del paese. Alle donne egiziane andrebbe spiegato il ruolo fondamentale che ricoprono nella società e i benefici che ne derivano dalla loro presenza attiva.

Volere ed osare!”, al riguardo così ha incitato all’azione la femminista egiziana Dora Shafik, che ha poi dichiarato: “Le donne devono capire che sono fonti inutilizzate e infinitamente potenti per questo paese che ha bisogno di loro. Ispiriamole. Ispiriamo le loro ambizioni. Che non siano solo sposare il ragazzo più ricco del vicinato”.

By Margherita Sarno

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