Global Gender Gap 2015. L’indagine sul dislivello tra generi boccia l’Egitto, Italia solo 41°

CAIRO – L’Egitto si qualifica al 136° posto su 145 Paesi presi in esame dal Forum Mondiale dell’Economia, nell’indagine annuale denominata Global Gender Gap del 2015, i cui risultati sono stati appena resi noti. Attraverso la Global Gender Gap il Forum Mondiale dell’Economia quantifica la portata delle disparità tra sessi basandosi su quattro aree come indicatori: economia, politica, salute ed istruzione.

Lo scorso anno l’Egitto si era qualificato 129° su un campione di 142 Paesi. Dall’indagine effettuata quest’anno l’Egitto risulterebbe uno dei paesi peggiori in cui si percepisce in maniera più sostanziosa il gap, ovvero il dislivello tra uomini e donne nelle quattro aree di riferimento. Le donne egiziane sono solo il 7% degli impiegati nelle alte cariche, sia istituzionali che nel settore privato, e ricoprono solo il 12% delle cariche ministeriali del Paese. Le donne egiziane sono indietro rispetto agli uomini riguardo la forza lavoro impiegata e lo stipendio percepito: lavora infatti solo il 26% delle donne contro il 79% degli uomini, mentre il salario di una donna corrisponde a circa un quinto dello stipendio medio di un uomo. Anche l’alfabetizzazione è un tema cocente, in quanto in Egitto ottiene un’istruzione solo il 65% delle donne contro l’82% degli uomini.

Secondo il report del Forum Mondiale di Economia inoltre il valore di una donna egiziana sarebbe inferiore rispetto a quello di un uomo anche nel campo giuridico e legale: a esempio, sulle ragazze non sposate prevale l’autorità genitoriale; oppure la mancanza di leggi che tutelino la donna vittima di violenze domestiche; o ancora i diritti ereditari pressoché inesistenti per le donne. L’unico punto che resta a favore delle donne egiziane è l’aspettativa di vita, di due anni maggiore rispetto ai connazionali maschi.

Al primo posto della classifica stilata per il Global Gender Gap svetta l’Islanda, Paese in cui il dislivello tra sessi è quasi impercettibile. Ultimo classificato è invece lo Yemen, che si tiene stretto il primato negativo dal 2006, anno in cui è stato stilato il primo rapporto di questo tipo dal Forum Mondiale. Tra gli altri Paesi che tengono compagnia all’Egitto nel fondo della classifica vi sono il Mali, il Libano, il Marocco, la Giordania, l’Iran, la Siria e il Pakistan. Persino l’Arabia Saudita, che manifesta notoriamente una maggiore repressione verso il genere femminile, si è classificata più in alto dell’Egitto, con un 134°posto. Curiosità: l’Italia sale al 41° posto dopo essere stata classificata 69° lo scorso anno.

By Margherita Sarno

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