Animalismo. Presidio in Via dei Mille: “No alle Perreras spagnole!”

NAPOLI – In strada contro le Perreras, l’iniziativa è dell’associazione Meta Sezione Campana, Movimento Etico di Tutela Ambiente che vuole far sentire la propria voce sensibilizzando i passanti, troppe volte all’oscuro della scomoda verità. Venerdì scorso, 18 dicembre, alcuni rappresentanti di questa associazione si sono riuniti in un presidio per tutto il pomeriggio a Napoli, in Via dei Mille, all’esterno del Consolato spagnolo.

No alla mattanza delle Perreras, canili municipali spagnoli, veri e propri lager dove gli animali, abbandonati dalle loro famiglie o randagi, attendono solamente la loro fine: vengono solitamente uccisi dopo un tempo di 10 giorni circa, durante il quale sono privati di beni primari come cibo e acqua, nonostante siano in condizioni sanissime e quindi perfettamente adottabili. Siamo nel 2015 e in tantissimi Paesi del mondo sono ormai riconosciuti i diritti alla vita e al benessere degli animali, ma non ancora nel Paese iberico, che al riguardo vanta record molto tristi anche circa il sacrificio dei tori per fine ludico.

Sull’argomento abbiamo raccolto la testimonianza di Raffaella Caso, rappresentante dell’associazione Meta Sezione Campania: «Noi stiamo lottando contro le Perreras, i canili municipali spagnoli in cui ogni giorni cani e gatti sono uccisi barbaramente: vengono accalappiati o abbandonati dalle famiglie e uccisi nelle camere a gas o a bastonate, tutto questo avviene ogni giorno in Spagna, in maniera del tutto legale.».

Il vostro fine?

«Siamo l’associazione Meta Sezione Campania, un Movimento Etico di Tutela Ambiente, questa è la nostra terza manifestazione fuori al Consolato spagnolo in Via dei Mille, proprio perché cerchiamo di sensibilizzare anche il Console. Inoltre stiamo raccogliendo le firme, sia cartacee che tramite una petizione online, per ottenere un incontro con lo stesso Console al più presto, per potergli far capire che anche qui in Italia sempre più persone non vogliono che tutto ciò avvenga. Purtroppo questa è una realtà scomoda che non tutti conoscono, il nostro obiettivo per questo motivo è metterci la faccia in piazza e far luce sulla questione attraverso presidi e manifestazioni.».

Stefano Colasurdo

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