Zimbabwe. Strage di elefanti avvelenati col cianuro

HWANGE – Cianuro per avvelenare gli elefanti. E’ accaduto nella riserva del parco nazionale di Matusadona e in quella del parco nazionale di Hwange, nello Zimbabwe settentrionale, al confine con il Botswana. Per questo ultimo atroce reato sono stati arrestati 5 sospettati, tutti residenti nelle vicinanze del parco. La notizia è stata diffusa dal National Parks and Wildlife Management Authority del paese africano.
L’avvelenamento dei pachidermi non è un fenomeno raro nello Zimbabwe, il Paese infatti è pieno di industrie minerarie dove il cianuro è facile da reperire perché ampiamente utilizzato per la sua capacità di combinazione con i metalli. Il veleno viene nascosto nei lecca-lecca di sale a disposizione degli animali e al momento risultano 3 elefanti uccisi a Matusadona e ben 11 nel parco nazionale di Hwange. Il fine ovviamente è il mercato nero delle zanne dei pachidermi, il commercio illegale d’avorio, che solo nel 2013 è costato la vita di almeno 300 elefanti, tutti avvelenati con il cianuro.
Il fenomeno del mercato nero di avorio interessa diversi Stati africani, dove i bracconieri si ‘riforniscono’ di questa vitale materia prima da esportare nei Paesi asiatici: negli ultimi 5 anni i bracconieri hanno ucciso la metà dei 20mila esemplari presenti sul territorio incluso tra il Kenya, la Tanzania e il Mozambico.

Il parco di Hwange, in gran parte chiuso al turismo, ha un’estensione di quasi 15mila chilometri quadrati e vanta la concentrazione più alta di grandi animali di tutta l’Africa, probabilmente del mondo. Al suo interno ospita circa 30mila elefanti, 15mila bufali, 400 specie di uccelli e giraffe, zebre, antilopi e rinoceronti bianchi e neri. I predatori più diffusi nel parco sono i leoni, i leopardi e i ghepardi, oltre l’uomo ovviamente.

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