Università. Tasse ‘pazze’ e rincari vertiginosi alla Federico II

NAPOLI – Contro il rincaro delle tasse universitarie in Italia, che negli ultimi giorni sta gravando sul calcolo della seconda rata, si stanno muovendo diverse ondate di protesta. Presso l’Ateneo napoletano Federico II a tal proposito è stato allestito da lunedì 12 marzo un banchetto per la petizione promossa dagli studenti di Link del Dipartimento di Studi Umanistici.
La raccolta firme era già partita qualche giorno prima sul web, grazie all’iniziativa di Link-Napoli, in seguito alle segnalazioni di numerosi studenti preoccupati per un rincaro delle tasse eccessivo e in alcuni casi anomalo. I primi allarmi risalgono all’inizio di marzo, quando sono comparsi gli importi da pagare per la seconda rata della tassa accademica su SegrePass, il servizio online di accesso ai corsi di laurea e alle opzioni di segreteria. Molti studenti della Federico II hanno iniziato a lamentare un disguido nel calcolo dell’importo da pagare: ad alcuni, per esempio, sono state attribuite fasce di reddito difformi dalle proprie dichiarazioni ISEE. Le file in segreteria sono servite a poco, perché la situazione risulta ancora bloccata e poco chiara.
Il problema, che all’apparenza sembrerebbe un semplice caso di “tasse pazze”, si inserisce nella controversa questione del rincaro delle tasse universitarie per gli atenei italiani a partire dall’anno accademico 2017/2018. Se quindi per queste anomalie si possono valutare le ipotesi di un errore del sistema in fase di valutazione o di immissione dei dati al momento dell’iscrizione, diverso è il discorso che riguarda il regolare aumento degli importi, in alcuni casi vertiginoso, dall’anno precedente.

Il nuovo metodo di tassazione ha introdotto significativi cambiamenti: una “No Tax Area” fissata al di sotto di un reddito ISEE di 13.000 euro, ha consentito ad alcune fasce di studenti di beneficiare dell’azzeramento delle tasse accademiche. Questa misura si è trovata, di contro, a penalizzare tutti coloro che superano quell’importo o che per scelta o per impedimento non hanno presentato il modello ISEE presso la segreteria online di ateneo. La ridistrubuzione degli importi ha colpito anche gli studenti fuoricorso o considerati poco meritevoli, che devono far fronte a tasse aumentate quasi del 50%. Il nuovo sistema di attribuzione del merito infatti ha fissato alcuni sconti per gli studenti che raggiungono i 10 crediti durante il primo anno e i 25 crediti per gli anni successivi, imponendo al contrario alcune penalità a coloro che non ci riescono. Una coperta corta insomma.

Gli studenti puntano il dito contro la “No Tax Area ” e l’inefficienza del sistema SegrePass, chiedono chiarimenti, correzioni e rivalutazioni. Il testo della petizione di Link-Napoli parla chiaro: i firmatari chiedono una dilazione del pagamento della seconda rata in più parti, senza compromettere la convalida degli esami di profitto. Accanto a questa proposta c’è l’appello per il prossimo anno accademico, per il quale sono richiesti maggiori finanziamenti utili a sanare i buchi di bilancio e a evitare ulteriori penalizzazioni per gli studenti federiciani.

Noemi Orabona

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