Trasporti. Simeone: “In Campania sta succedendo qualcosa di strano”

NAPOLI – il 27 ottobre è nato ufficialmente il servizio di trasporto Taxi Sharing, un servizio temporaneo con scadenza fissata al 31 gennaio 2017. La città aveva bisogno di un nuovo mezzo di trasporto, perché i cittadini lamentano da tempo una valida alternativa ad autobus e metro, che continuamente creano disagi: baby gang, rapinatori, lunghe attese alle fermate, funicolare ferma da mesi e linee metro che viaggiano tra guasti, calca e tempi di passaggio tra un treno e altro che vanno tra gli 8 e i 20 minuti, a volte anche più. La conseguenza è l’inevitabile malcontento degli utenti, che a fronte di un abbonamento o l’acquisto di un biglietto ricevono in cambio un servizio di pessima qualità.

Così nasce il progetto del Taxi Sharing, che garantirà un servizio economico, tutto da verificare, su 7 diverse tratte, abbracciando buona parte della città: sarà possibile trovare questi Taxi in corrispondenza delle fermate ANM di Piazzale Tecchio, Piazza Sannazzaro, Piazza Garibaldi, Emiciclo Poggioreale, Posillipo, Piazza Trieste e Trento, Piazza Vittoria.

Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande al presidente della commissione trasporti di Napoli, Nino Simeone.

Ci descrive il Taxi sharing?

«E’ un progetto innovativo per Napoli, in altre grandi città infatti questo servizio esiste già da tempo. Nella nostra città è nato soltanto ora a causa di una cattiva gestione dei rapporti tra il Comune di Napoli e i rappresentanti sindacali dei tassisti. Questo servizio dunque è il frutto della collaborazione della commissione dei trasporti con il consigliere Ciro Langella, e l’Assessore Mario Calabrese (Assessore alle Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità – ndr). A tutti noi è sembrata un’ottima idea coinvolgere i tassisti per fornire un servizio alternativo ai mezzi di trasporti pubblici, che non funzionano al meglio. Certamente è una via meno economica dei vari autobus e metropolitana, il costo del viaggio è infatti di 2 euro, ma era doveroso fornire un servizio alternativo ai nostri cittadini.»

Perché tanti disagi nei trasporti pubblici?

«Purtroppo mancano proprio i mezzi materiali: c’è un taglio orizzontale, non abbiamo fondi per l’acquisto di autobus e treni. Per capire la situazione basti pensare che anni fa, quando alla linea 1 c’era soltanto la tratta Piazza Vanvitelli-Piscinola, il Comune aveva a disposizione soltanto 12 treni (Le motrici – ndr), e non molti sanno che per ogni treno servono due motrici, uno di spinta e uno di avviamento, oggi, al 2016, con tante stazioni nuove abbiamo ancora lo stesso numero di treni. La situazione migliorerà sicuramente quando si chiuderà l’anello, in modo tale che per ogni treno servirà un solo treno motore.»

I fondi?

«I fondi non ci sono. Ho fatto una serie di denunce verbali rivolte al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’ultima rivolta al taglio dei fondi pari al 30% per l’anno 2017. In questo momento la situazione è molto grave, abbiamo un numero esiguo di autobus, circa 600, di cui molti in condizioni pessime, e senza fondi possiamo fare ben poco. A tal proposito la Regione Campania ha acquistato 90 autobus, ma stranamente soltanto 5 di questi sono stati destinati a Napoli, con una maggioranza assoluta destinata a Salerno. Un’altra questione è la riduzione del 30% di attracchi a Napoli da parte delle navi da crociera MSC e Carribean, a favore di Salerno. Insomma sta succedendo qualcosa di strano in Campania con De Luca, e io denuncio il suo operato. Pretendo delle risposte concrete per Napoli, e miglioramenti nell’immediato.»

Soluzioni rapide al disagio?

«Dobbiamo risanare a tutti i costi la situazione, i cittadini, cosi come i tanti turisti che la città ospita ogni giorno, meritano servizi adeguati: servono soldi, e alla svelta.»

Un messaggio agli utenti?

«Voglio dire a tutti che io sono sempre a disposizione, per qualsiasi cosa potete contattarmi e esporre i vostri disagi. Ho delle responsabilità e intendo mantere fede ai miei impegni tramite un dialogo diretto con i cittadini. Vi invito a contattarmi.»

Stefano Colasurdo

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