Territorio. La chiesa dell’Incoronata, gioiello vittima dell’inciviltà

NAPOLI – Il cortile esterno della chiesa dell’Incoronata, ubicato sotto il livello della strada tra via Medina e via dell’Incoronata, è preso di mira dall’inciviltà dei passanti. Da diversi giorni cartacce e rifiuti ne deturpano la bellezza. Alla data di venerdì 15 dicembre nessuno ha provveduto a rimuovere la sporcizia, che continua ad accumularsi sotto la pioggia battente.

Dal 1373, anno in cui fu completata, la chiesa dell’Incoronata ne ha viste tante: chiusa dopo il terremoto nell’Irpinia del 1980, è stata riaperta solo nel 1993, per poi essere ancora chiusa per interventi di restauro e manutenzione. La svolta è arrivata nel 2014, quando un accordo tra Soprintendenza architettonici e Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli ha dato il via a una ristrutturazione d’emergenza della struttura, alla quale sono seguite la pulizia del sagrato e del cortile, quindi la riapertura al pubblico. Prima di allora la chiesa risultava completamente abbandonata al degrado.

Tanta affluenza turistica e partecipazione civica alla rinascita del complesso, che ha accolto anche numerose visite guidate e passeggiate organizzate da associazioni che intervengono a favore della valorizzazione dei beni culturali del territorio partenopeo. Si tratta infatti di una chiesa di grande interesse storico, i cui interni ospitano numerosi affreschi del XIV secolo realizzati da Roberto d’Oderisio e non solo. Ad attrarre gli sguardi, oltre all’architettura gotica e al caratteristico colonnato del cortile, è la collocazione particolare della chiesa, che sorge circa 3 metri sotto il livello della strada. Purtroppo proprio questa particolarità ha condannato il cortile ad anni di maltrattamenti da parte di passanti incivili e incuranti del valore del luogo. Non di rado infatti, da via Foria e via dell’Incoronata, è possibile assistere allo scenario poco edificante di un cortile sporco e malridotto a causa di cartacce, lattine vuote, buste e altri rifiuti gettati dalle persone che attraversano la zona, situata tra il porto di Napoli, Castelnuovo e via Toledo.

L’incostanza della pulizia e della manutenzione non aiuta, ragion per cui la sporcizia si deposita per giorni lungo le due scalinate, sugli alberi del cortile e lungo il colonnato esterno della chiesa. La pioggia continua degli ultimi giorni ha anche peggiorato le condizioni della zona antistante la chiesa, che risulta molto sporca e in stato di abbandono. Queste vicende della “chiesa sotto via Medina” o “chiesa affussata”, così chiamata dai partenopei, dimostrano che la cura del territorio, con i suoi spazi comuni e il suo patrimonio culturale, è un’urgenza che necessita della collaborazione di cittadinanza e istituzioni.

Noemi Orabona

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