Teatro. “L’Asino d’oro” contro la violenza sulle donne

FORMIA – In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a Formia, Comune laziale in provincia di Latina, venerdì 25 novembre alle ore 21:00 presso la Sala Boffa in via Lavanga, la compagnia teatrale “L’Asino d’oro” ha messo in scena la sua opera prima contro la violenza sulle donne, intitolata “Tre Movimenti per rompere il silenzio”. Il regista Benedetto Supino e l’autore Alfredo Ghilardi hanno voluto dare corpo e voce a tre storie di donne, violate dai propri familiari, che si raccontano attraverso tre brevi monologhi interpretati dalle attrici Danila di Lanna, Silvia Guadagni, Michela Petrone e Annamaria Zuppardi. Uno spettacolo dalle luci soffuse che per l’occasione si sono tinte di rosso; accompagnate da musiche suggestive, interpretate da tre ballerine, coordinate dalla coreografa Barbara Alicandro, che hanno trasmesso l’inquietudine, il disagio e il tormento in cui si trovano le donne vittime di violenza.

Ambientato in un palazzo storico della città e non nelle sale del teatro, l’autore ha voluto dare “sensazioni che rimandano all’intimità delle mura domestiche”, dove si consumano maggiormente tali crimini. Al termine dello spettacolo abbiamo incontrato l’autore e il regista che, ancora emozionati per il successo della rappresentazione, ci hanno spiegato il loro progetto e le loro idee sul teatro.

Alfredo Ghilardi, come è nato questo spettacolo?

«L’idea è nata l’anno scorso, mentre stavamo costituendo la nostra compagnia teatrale. Ragionammo sul fatto che a volte il teatro pecca di silenzio su alcune tematiche sociali. Così siamo voluti partire con storie di donne violate dai padri e compagni, per rompere il silenzio e dare voce a tutte quelle donne che non ne hanno avuto la possibilità, un fenomeno che porta al fallimento dell’essere umano.»

Come è andata?

«Molto bene, soprattutto perché qui a Formia ci sono molte compagnie teatrali anche di livello internazionale. C’è stata una grande risposta da parte del pubblico maschile e questo ci dice che siamo riusciti nell’intento. Inoltre molte donne del pubblico si sono emozionate: ci hanno detto che abbiamo saputo cogliere la sensibilità femminile»

Benedetto Supino, ci parla della compagnia “L’Asino d’oro”?

«La compagnia è nata da poco e abbiamo scelto questo nome in onore delle Metamorfosi di Apuleio. Si distingue dalle altre compagnie perché vogliamo fare teatro fuori dai teatri. Principalmente metteremo in scena la mitologia greca e cercheremo di farlo utilizzando la nostra bellissima riviera, ambientando la nostra prossima opera nel museo archeologico di Sperlonga (Comune laziale in provincia di Latina – ndr), poco sfruttato o conosciuto, per invogliare le persone del posto a scoprire le proprie radici. Inoltre la compagnia nasce come una sorta di collettivo: l’dea è di accogliere testi e idee anche di altri autori e registi, ambientandole sempre in luoghi nuovi».

Emanuela Conte

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