Tasse universitarie. Assemblea di Ateneo alla Federico II

NAPOLI – Lunedì 26 marzo alle ore 11:45, presso L’Università degli Studi di Napoli Federico II si è svolta l’assemblea di ateneo per discutere sull’aumento delle tasse universitarie. Durante l’incontro, programmato dal collettivo autorganizzato universitario, i ragazzi hanno esposto le proprie idee di cambiamento e i principali motivi di protesta contro l’odierno sistema di tassazione, focalizzandosi principalmente sulla no tax area e le relative conseguenze.

All’interno dello student act, il pacchetto di interventi riguardanti l’Istruzione e presentato da Matteo Renzi nella Legge di Stabilità 2017, vi è infatti l’introduzione di una no tax area per gli studenti con un ISEE inferiore ai 13mila euro. Da quest’anno accademico le matricole possono beneficiare dell’esenzione dalle tasse universitarie, mentre per i successivi anni tale esonero o riduzione delle tasse spetta agli studenti che hanno raggiunto un numero di crediti CFU e determinati requisiti di merito. Questo criterio di misurazione penalizza tutti coloro che superano l’importo sopra menzionato, o che per validi motivi non hanno presentato il modello ISEE presso la segreteria online di ateneo.

Nel documento rilasciato dal sito dell’Università Federico II sul nuovo sistema di tassazione universitaria, viene riportata una tabella in cui è inserito a titolo di esempio il calcolo dei contributi ordinari e agevolati per alcuni valori di ISEE. Consapevoli dell’enorme divario che intercorre tra gli atenei del Nord e quelli del Sud, sottolineato in modo particolare dal metodo di valutazione promosso dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca – ndr), i ragazzi durante l’assemblea hanno ribadito il loro disappunto sul definanziamento delle risorse di cui ne è a rischio lo scenario universitario nostrano. A tal proposito, uno dei ragazzi ha precisato che la no tax area non comprende l’esenzione della tassa regionale per il diritto allo studio e che tale importo, pari a 140 euro, non incrementa realmente le disponibilità finanziarie delle regioni finalizzate all’erogazione di benefici agli studenti universitari: “Nel 2014 l’Ateno Federico II è stato condannato alla corte dei conti perché questi soldi non sono stati investiti in diritto allo studio. Le borse di studio inoltre, in Campania e in Sicilia vengono erogate anni più tardi danneggiando così gli studenti che ne hanno bisogno”.

A fronte di una serie di problematiche che danneggiano l’economia dello studente, i ragazzi dell’Ateneo durante la discussione hanno voluto esprimere ognuno la propria opinione e la relativa posizione politica e sociale: “Il coronamento di un progetto neoliberale può attuarsi dunque solo attraverso la presa di posizione nei confronti di un problema”, così come hanno sostenuto i ragazzi, “lottando contro il nuovo sistema di contribuzione studentesca e le difficoltà economiche occorse per il pagamento della II rata”.

Per ovviare a questa situazione in cui imperversano gli studenti, gli stessi intendono al più presto rivolgersi al Rettore dell’Università per chiedere una proroga sul termine di pagamento della II rata al 31 luglio 2018; provvedere al rispristino degli appelli che sono stati cancellati; e sollecitare tutti gli studenti del Sud a mobilitarsi per non lasciarsi sottomettere.

Antonella Izzo

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