Spettacolo. L’Asino d’Oro in scena a Formia

FORMIA – Venerdì 5 gennaio, a partire dalle ore 17:30, presso l’ex Archivio storico di via Lavanga a Formia, Comune laziale in provincia di Latina, la compagnia teatrale l’Asino d’Oro presenterà lo spettacolo natalizio ispirato alla fiaba di Charles Dickens “A little Christmas Carol”, per la regia di Alfredo Ghilardi e con le interpretazioni degli attori Rosaria Coccoluto, Pierluigi Cova, Alessandra di Guida, Mariarosaria di Raimo, Sissy Esposito, Daniele Nardone e Benedetto Supino.

Tra canti e interventi narrativi, gli spettatori rivivranno la suggestiva magia del Natale attraverso uno spettacolo che si ispira e impara dal passato, ma guarda avanti: questo è il messaggio che Alfredo Ghilardi, direttore artistico e regista, ha voluto lanciare. Al riguardo gli abbiamo rivolto le nostre domande.

Cosa augura con la rappresentazione della celebre fiaba di Dickens?

«Vogliamo augurare un Natale che si spoglia del consumismo e torna alle sue radici, al suo perchè, e del dono inteso come qualcosa di spirituale, non materiale, che ci ricorda che solo l’umiltà e la carità potranno renderci persone migliori. Sarà un’interpretazione molto fedele all’originale, infatti i testi sono stati semplicemente tradotti dall’inglese all’italiano, saranno la voce narrante della storia, mentre i canti natalizi saranno in lingua originale».

La stagione teatrale della compagnia L’Asino D’Oro?

«Siamo andati in scena con “Querelle des femmes” a Sperlonga, nella suggestiva Chiesa di Santa Maria Speloncae, a settembre, ed è stato un successo inaspettato. Ora continuiamo con la nostra idea di teatro fuori dai teatri: preferisco scenari naturali per i miei spettacoli, perchè una chiesa antica, un ponte romano, sono opere d’arte a cielo aperto. Il teatro è vivo non è chiuso dentro palazzi dalle polverose tende di velluto».

Cosa conquista il pubblico?

«Credo che il teatro abbia tra i suoi doveri quello di portare lo spettatore a riflettere con se stesso, perchè il teatro è rappresentazione della realtà o di una realtà, o la sua caricatura, e per dovere o piacere l’uomo dovrà sempre fare i conti con se stesso».

Emanuela Conte

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