Sarno. Con il M5S dibattito su riforma Renzi-Boschi

SARNO – Si è svolto a Sarno, giovedì 30 giugno, presso la libreria “Amore mio”, un incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle per dibattere sulla riforma Renzi–Boschi, la quale si prefigge, tra le altre cose, di superare il bicameralismo perfetto, riducendo anche il numero dei parlamentari e di eliminare il CNEL, Consiglio Nazionale Economia e Lavoro.
L’incontro, che ha vantato anche l’intervento del Prof. Pino Buonadonna, docente di Diritto tributario presso l’Università degli studi di Salerno, ha riscosso un discreto successo di cittadinanza.
Il professore ha brevemente percorso la storia della Costituzione, partendo dalle origini e spiegando che ogni fascia sociale aveva contribuito alla realizzazione delle norme che comprendeva. Buonadonna, sulla base dell’analisi approfondita di 47 dei 139 articoli che la riforma coinvolge, è giunto a una profonda riflessione e alla conseguente conclusione che, se questo Decreto legge dovesse passare, l’assemblea si troverebbe a essere amministrata da un unico partito, e tutto questo vale anche a livello elettorale, poiché sarebbe quasi impossibile per altri partiti, definiti di minoranza, riuscire a ottenere il 40% dei voti espressi. Tutto questo produrrebbe un ulteriore dislivello tra la volontà popolare, esercitata attraverso questi meccanismi, e la rappresentatività del Parlamento. Inevitabile dunque pensare a una nuova realtà politica e rappresentativa che il professore ha definito “governocentrica”, ossia  tendente a un solo organo costituzionale.

Lo scopo importante dell’incontro è stato dunque quello di far ragionare i presenti sulla necessità di realizzare una propria identità di riflessione, che può scaturire solo da un sano confronto. Seguendo lo stesso tracciato che ha spinto gli autori della riforma alla sua elaborazione, il professore ha evidenziato la necessità di governabilità propugnata dal Disegno di legge in questione, e che si basa sui principi sociali, economici e politici atti a rendere possibile il governo del Paese, seguendo anche le norme di uguaglianza sostanziale contenute nell’Articolo 3 della Costituzione. Tuttavia, perché un Paese sia governabile, c’è bisogno che si realizzino le condizioni di stabilità politica che non può essere garantita impegnando un unico ente; ed è necessaria anche l’efficacia decisionale. Inoltre è importante la costruzione di scenari strutturali che consentano l’espressione della domanda politica.
Infine, tra le ultime cose di cui il professore si è occupato, merita di essere segnalata l’ipotesi secondo cui attraverso il DDL Renzi-Boschi si possa eleggere in un prossimo futuro un Governo con un ordinamento costrittivo e sovrano nei confronti dei cittadini, che si troverebbero in una situazione di totale svantaggio.

Carmela Landino

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