Salute. Disagio psichico? “Meglio Insieme”

NAPOLI – In Italia sono circa 25 anni che si parla di riabilitazione nel campo dei disagi psichici. Nella maggior parte dei casi, i metodi riabilitativi consentono al paziente maggiore benessere e migliore qualità di vita. Il progetto “Meglio Insieme” è coordinato con diverse cooperative sociali e si occupa in particolar modo della pianificazione e realizzazione di un innovativo programma di riabilitazione, comprendendo attività sportive, musicali, culturali e visite guidate, oltre a corsi di poesie. Il progetto tende ad ampliare l’offerta riabilitativa e i programmi svolti promuovono un processo volto ad aiutare la persona affetta da disabilità e in condizioni di necessità sociosanitaria, oltre un funzionamento relazionale e sociale accettabile, come ad esempio la pratica sportiva, volta all’acquisizione della salute psicofisica dell’individuo, ma anche all’integrazione e inclusione sociale.

La connessione tra sport e salute mentale porta risultati rilevanti. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande alla dott.ssa Emanuela Esposito, educatrice e coordinatrice delle attività del progetto.

Quando è nato il progetto “Meglio Insieme”?

«Il progetto è nato nel 2015. L’ideatore è il presidente il Dott. Capitelli, del Consorzio Icaro, che da anni si occupa di servizi sociali e raggruppa 111 cooperative del settore.»

Quanti utenti usufruiscono dei vostri dei servizi?

«Il progetto coinvolge 5 cooperative sociali: Aria Nuova, Mercurio D’oro, Santiago, Il Sole Nascente, Alba, che operano nella provincia di Napoli e Caserta, per un totale di 150 utenti, principalmente psichiatrici, tra i 18 e i 60 anni di età.»

Quali sono le figure professionali coinvolte?

«Sono educatori professionali, psicologi, assistenti sociali, infermieri, O.S.S., e in casi più esigenti i tecnici della riabilitazione psichiatrica.»

L’obiettivo delle attività svolte?

«Lavoriamo al fine di aiutare gli utenti a sviluppare una serie di capacità cognitive, di interazione sociale, e per recuperare le abilità che hanno perso.  Il progetto funziona. E’ un progetto condiviso, e il nostro obiettivo è continuare così.»

Mery Esposito

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