Roma. In mostra (R)Esistenze di Valerio Nicolosi

ROMA – La galleria fotografica la Dolce Vita Gallery, situata in via Palermo 41 a Roma, venerdì 20 aprile alle ore 18:30 ha esposto in anteprima la mostra fotografica (R)Esistenze di Valerio Nicolosi, tratta dall’omonimo libro e accompagnata dalle letture dell’attrice Benedetta Rustici.

Di cosa tratti questo volume, edito da Crowdbooks, lo raccontano i volti di uomini e donne di 9 paesi differenti, situati in 3 continenti, che hanno resistito e lottato per la libertà negli ultimi 13 anni.

Libertà intesa come rivendicazione dei propri diritti, come atto di ribellione contro sistemi che impongono la propria supremazia e come resistenza contro il pensiero hobbesiano secondo cui l’uomo è nemico dell’uomo. Dai video reportage del filmmaker e fotoreporter, proiettati durante l’evento, emergono infatti le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere le popolazioni in cui la guerra e l’estrema povertà fanno da sfondo alle loro vite, come a esempio succede nell’Isola delle vedove, nel nord ovest del Nicaragua, in cui i Caneros muoiono a causa di una malattia ai reni provocata dai pesticidi. La chiamano l’isola delle vedove proprio perché a morire sono per la maggior parte gli uomini, tagliatori di canna, i quali lasciano le famiglie e le proprie donne in condizioni di totale miseria e solitudine.

Le immagini che scorrono sulla parete conducono poi lo spettatore verso il confine Guatemala-Messico e mostrano l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale che, oltre 20 anni fa, insorse contro il governo messicano per rivendicare le proprie origini indigene.

Affidando all’immagine il ruolo di catalizzatore di sensazioni e fonte inesauribile di racconti, il fotografo dà allo spettatore la possibilità di specchiarsi negli occhi dei soggetti fotografati, poveri, profughi libanesi, palestinesi, e provare a capire cosa vuol dire resistere a tutti i costi.

La mostra, le cui immagini si contrappongono a quelle sognanti del periodo della dolce vita posizionate sui muri della parete, sono poste in modo che lo spettatore, a prima vista, si senti quasi spaesato, trovandosi dinanzi a una moltitudine di significati così diversi tra loro. Eppure, proprio perché posizionate al centro della sala, le fotografie richiamano l’attenzione dell’osservatore e lo rendono consapevole dell’enorme divario storico, politico e sociale che intercorre tra la nostra cultura e quelle che sono lontane solo geograficamente.

I tagli di luce, il bianco e il nero che spoglia la foto di ogni colore per esaltare le forme e le linee, conferiscono ai protagonisti di quelle foto, dai cui sguardi traspare un’incredibile forza, quasi un’aurea luminosa. Al centro i più deboli dunque, ma non per pietà né per misericordia: al centro la voglia di combattere per resistere insieme.

La mostra resterà visitabile dal 20 al 28 aprile nella suggestiva gallery dalle ore 13:00 alle 21:00.

Per l’occasione abbiamo posto qualche domanda al fotografo Valerio Nicolosi.

Come è nato il progetto?

«Si tratta del percorso personale dei miei ultimi 13 anni di vita, in cui ho realizzato diversi reportage che hanno come tema il sociale. Ripercorrendo tutte le storie mi sono reso conto che c’era un filo rosso che le collegava tutte. Ho così cercato di metterle insieme conferendo loro un senso, una voce. Sono racconti umani che hanno come tema storie differenti»

Conosce le persone che ha fotografato?

«Il contatto è fondamentale. Se le persone non percepiscono che hai sposato quella causa è difficile che si fidino. Sono stato con gli zapatisti, nei campi Rom di Roma e chiaramente sono culture differenti che però ti lasciano sempre qualcosa»

Il fotogiornalismo in che direzione procede?

«Purtroppo procede in una direzione che a me non piace e che è quella dei concorsi. Non faccio foto da concorsi perché viene richiesto uno stile che non è il mio. Io preferisco parlare di persone. I volti sono fondamentali.»

Cosa vuol dire resistenza?

«Resistenza per me è bellezza, dignità e voglia di combattere».

 

Antonella Izzo

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