Napoli. “Telefono Rosa” in prima linea contro la violenza di genere

NAPOLI – Sempre più frequenti le storie di donne, spesso giovanissime, vittime di violenze e abusi. La cronaca italiana ne è piena. Approfondiamo l’argomento con Laura Russo, Presidente di Telefono Rosa Napoli. Organizzazione operativa da anni sul territorio con operatrici e volontarie, per accompagnare e supportare le donne vittime di abusi nel difficile percorso di cognizione e denuncia.

Quando nasce l’associazione Telefono Rosa Napoli?

«Telefono Rosa Napoli nasce circa 10 anni fa e si colloca all’interno dell’ampio progetto di sostegno promosso dalla rate Telefono Rosa, che si estende su scala nazionale dislocandosi in diverse sedi di diverse città italiane»

Qualche dettaglio sull’associazione?

«Telefono Rosa Napoli è un’associazione composta da un team di volontarie, finalizzato all’assistenza psicologica e legale di donne oggetto di qualsiasi tipo di violenza: dallo stalking al mobbing, fino alle violenze domestiche, siano esse fisiche o verbali. Il nostro sportello è aperto dal lunedì al mercoledì dalle ore 15:00 alle 18:00 e dal mercoledì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00. Ma è possibile mettersi in contatto telefonicamente con una nostra operatrice tutti i giorni.»

Che supporto offrite alle vittime di violenze?

«Offriamo qualsiasi tipo di consulenza in maniera totalmente gratuita per cercare, con la collaborazione delle nostre volontarie, una soluzione ottimale per far fronte in maniera quanto più adeguata possibile alla situazione che ci viene presentata dall’interlocutore. Il nostro apparato si compone di varie figure professionali, tra le quali psicologi e avvocati: i primi per fornire assistenza sul piano più intimo e personale; i secondi invece per un’assistenza legale sia civile che penale. Inoltre le nostre attività vertono anche su un programma di prevenzione con incontri e dibattiti organizzati con alunni e docenti di diverse scuole e gruppi di auto-aiuto.»

L’età media delle donne che si rivolgono al Telefono Rosa?

«Da quando Telefono Rosa è attivo abbiamo assistito a un’inversione di tendenza. All’inizio le donne che si rivolgevano a noi avevano un’età media compresa tra i 50 e i 60 anni, donne mature che per anni hanno vissuto situazioni di maltrattamento. Invece, con nostra grande sorpresa, abbiamo potuto constatare che l’età media del nostro bacino di utenza è calata. Oggi le donne sono più consapevoli e spesso anche più risolute. Una settimana fa, per portarle un esempio pratico, una giovanissima donna si è rivolta a noi a seguito di diversi episodi di violenza e ha deciso di non convolare più a nozze e disdirle a quindici giorni dalla data fissata. Questo per farle capire come ormai sia sempre più radicata l’idea di abbattere quel muro di silenzio e paura che inevitabilmente viene a crearsi quando si è oggetto di tale situazioni e soprattutto di abbandonare quella malsana credenza del “prima o poi cambierà”. Le donne si interrogano maggiormente rispetto ai pericoli conseguenti al consolidarsi di una relazione violenta e hanno meno difficoltà nel troncare un rapporto basato sull’aggressività e maltrattementi. Per rispondere sinteticamente alla sua domanda, credo che l’età media delle donne che si rivolgono a noi sia compresa tra i 30 e i 40.»

I casi più frequenti denunciati ai vostri sportelli?

«Sicuramente la percentuale più elevata riguarda casi di violenza domestica, meno frequenti sono invece casi di mobbing, ma anche questi non mancano assolutamente. Per violenza domestica non intendiamo solo la pura violenza fisica, ma qualsiasi tipo di atto che possa essere finalizzato all’offesa della persona quali l’ingiuria e maltrattamenti psicologici. Spesso ci troviamo anche davanti a casi da noi definiti di “violenza economica”: non sono infrequenti situazioni di donne totalmente estromesse dall’organizzazione economica e finanziara dell’intero nucleo familiare. Accade che in queste situazioni molte delle vittime si sentano in grave difficoltà anche in vista di una separazione, poiché risulterebbe davvero complicato, non avendo un’autonoma fonte di reddito, far fronte alle spese legali, trovandosi così intrappolate in una strada apparentemente senza via d’uscita.»

La richiesta più frequente alle operatrici di Telefono Rosa?

«Moltissime donne ci contattano anche solo per chiedere informazioni, sono rari i casi in cui si procede direttamente per vie legali. La denuncia e tutto ciò che ne consegue è un processo secondario, che avviene a seguito di una lunga fase di cognizione e consapevolezza della propria situazione. La maggior parte delle volte ci troviamo davanti a richieste d’aiuto: ci viene chiesto come poter far fronte a determinate situazioni e come procedere soprattutto in presenza di figli. Il nostro compito è quello di assistere e trovare un modo per poter risolvere i casi che ci vengono sottoposti, non necessariamente si ricorre alla denuncia, ma si discute insieme rispetto a quale sia la via d’azione più efficace. Crediamo che la denuncia o qualsiasi altro percorso legale debba essere fortemente sostenuto dalla donna, altrimenti potrebbe rilevarsi controproducente.»

Cosa vi ha spinto a creare questa associazione?

«Sicuramente ciò che mi ha spinto è stata la volontà di potermi rendere utile e aiutare tutte quelle donne che da sole si trovano a dover affrontare delle situazioni apparentemente irrisolvibili. Credo fortemente nella solidarietà femminile e ritengo che ciò debba essere una grande forza, ma allo stesso tempo sostengo l’idea che il problema della violenza domestica o qualsiasi tipo di altra discriminazione verso il sesso femminile debba essere affrontato rendendo partecipe anche l’uomo attraverso un processo di consapevolezza e riflessione.»

By Federica Mandara

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