Napoli. Attivismo. Con “Sii turista della tua città” tra poco “Abbracciamme Napule”

NAPOLI – Martedì 14 febbraio, intorno alle ore 18:00, si è svolta la seconda delle riunioni aperte a cui il movimento “Sii turista della tua città” invita la cittadinanza a partecipare. I progetti di riqualificazione urbana sono stati argomento dell’ultima riunione. Le prossime sono previste per i giorni 21 febbraio e 14 marzo.

Il movimento “Sii turista della tua città” è nato nel 2012. Una delle sue principali attività è implementare lavori di riqualificazione urbana, sia nel centro cittadino che nelle immediate periferie.

In data 14 febbraio, all’interno della Sala Valeriano della Chiesa del Gesù Nuovo, in piazza del Gesù, si è svolta la seconda di quattro riunioni aperte alla cittadinanza per discutere delle prossime mosse, che partono e si realizzano in quasi totale autonomia rispetto all’Amministrazione comunale. In particolare si è discussa l’organizzazione delle prossime attività di sensibilizzazione e riqualificazione del territorio, che si svolgeranno tra i quartieri di Soccavo e Pianura all’interno del progetto “Abbracciamme Napule”. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Luca de Martino, fondatore di “Sii turista della tua città”.

Avete allargato i vostri interventi anche alle periferie. Dove non arrivano le Istituzione suppliscono i cittadini?

«Il movimento “Sii turista della tua città” è un movimento non di rottura, quindi questo vuol dire che non si pone come obiettivo puntare il dito contro le istituzioni. E’ arrivato il momento di smetterla di puntare il dito contro di loro e spiattellare ai quattro venti dove falliscono, perché le istituzioni sono fallimentari: è palese, è sotto l’occhio di tutti. Per quanto l’amministrazione si possa attivare c’è troppo da fare, le istituzioni da sole non ci riescono. E quindi probabilmente la strada più pratica, quella più costruttiva, più pura, è non entrare all’interno dei palazzi di potere. Noi ci interfacciamo solo con le istituzioni: abbiamo un rapporto diplomatico, di quieto vivere.
Ci hanno fatto credere che per cambiare la realtà bisogna per forza entrare in un contesto politico. Ma se tu entri in quel contesto, ti fanno entrare in modo che tu non puoi fare più niente, perché se un contesto è marcio, malato, gestito da esseri umani che non hanno a cuore il bene comune, non è che entra “Sii turista della tua città” nelle istituzioni e fa le cose fantastiche, no! Ti legano, non ti mettono in condizione di fare determinate cose. E quindi meglio stare per strada. E poi è molto più soddisfacente, molto più vero».

Forse pensate di non avere quell’appoggio politico?

«Allora, a noi è stato chiesto di candidarci e non ci siamo candidati. L’unica cosa che abbiamo chiesto in passato è stato avere una sede, però non vogliono darcela. E quindi è inutile che stiamo sempre là a elemosinare. Non fa niente, andiamo a chiederla ad altri: per esempio oggi abbiamo chiesto al prete. Allora una volta chiedi al prete, una volta chiedi a un negozio, una volta a un altro, qualcosa esce».

È luogo comune pensare che Napoli non sia valorizzata?

«Il discorso che Napoli non sia valorizzata è molto ampio. Napoli fa parte di una nazione. Non viviamo in una nazione che vuole propriamente bene al sud. Non è una nazione che proprio gioisce nel vedere i cittadini del sud che restano al sud. Mica è un caso che tante persone che conosciamo sono dovute andare fuori. Queste sono strategie studiate perché il popolo del sud serve come braccianti, come manodopera. Quindi la città non si deve elevare, perché altrimenti c’è lavoro, altrimenti c’è sviluppo, altrimenti ci sono soldi, altrimenti la gente non se ne va più. È tutto studiato a tavolino. Però c’è anche da dire che oggettivamente negli ultimi anni finalmente Napoli sta riacquistando una posizione italiana ed europea di grande meta turistica. E questo non è merito di un solo sindaco e non è merito di un’amministrazione, però avranno fatto sicuramente delle scelte costruttive, nel settore del rilancio della città. Certo una città si gestisce a 360 gradi, però su questo punto questa amministrazione, pur con i propri limiti, si è impegnata».

Prossimi progetti?

«Si chiama “Abbracciamme Napule”, con cui finalmente usciamo da Napoli centro. Perché non potevamo pretendere di uscire subito dal percorso di Napoli centro, dovevamo farci le ossa, dovevamo capire bene come si facevano determinate cose, per poi pensare di poter uscire fuori. Anche perché qualcuno pensa che è giocare facile giocare al centro, ma non è vero. Ci siamo fatti carico di esperienze e di sfide forti: Mergellina, la Sanità, Capodimonte, Corso Vittorio Emanuela, Piazza Bellini. Non abbiamo mai fatto interventi di facciata, dove andiamo a mettere tre piantine e diciamo che abbiamo riqualificato. Finalmente iniziamo un progetto che coinvolgerà tutto il Comune di Napoli: ieri siamo andati a fare un sopralluogo addirittura a Casoria, a Casalnuovo, a Casavatore. Ma non solo per alzare l’immondizia da terra. In una strada provinciale, se alziamo i rifiuti da terra, dopo due giorni quella strada sta punto e a capo. Invece dobbiamo trovare dei punti che sono vissuti dalle persone, ma che sono ‘abbandonati’: dei parchetti, con le giostre, per riqualificare. Noi all’inizio facevamo le pulizie, poi gradualmente, crescendo di forza, di coraggio, di orgoglio, ti rendi conto che la pulizia è riduttiva. Quello di cui ha bisogno la città è la riqualifica. Perché tu pulisci una zona sporca e te ne vai. La riqualifica significa che tu crei le condizioni per cui quel posto possa mantenersi pulito»

Camilla Esposito

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