Libri. Presentato a Napoli “Periferie – Terre Forti”

NAPOLI – Nel pomeriggio di sabato 11 febbraio, presso la Casa del Popolo in Piazza Dante 52, è stato presentato il libro “Periferie terre forti” scritto a quattro mani da Gaetano Alessi, scrittore e giornalista antimafia nato ad Agrigento ma trasferitosi a Bologna; e Massimo Manzoli, attivista tra i fondatori dell’associazione culturale “Gruppo dello Zuccherificio”, che si occupa di creare percorsi di legalità e antimafia nella provincia di Ravenna.

All’incontro era presente lo scrittore Gaetano Alessi, che ha raccontato le interessanti tematiche che affronta il libro, ma anche l’esperienza umana che, insieme a Massimo Manzoli, ha vissuto nell’arco di un anno girando quattro grandi periferie dal Sud al Nord Italia: «È un lavoro che nasce assolutamente per caso, alla fine di un percorso che ci ha portato a chiederci se valeva ancora la pena continuare a fare l’attività che facciamo».

Gaetano Alessi e Massimo Manzoli provengono da attività di impegno sociale diverse e geograficamente distanti. Alessi prima di trasferirsi in Emilia Romagna è stato impegnato per 10 anni nel giornalismo antimafia in Sicilia, dove sotto la guida di Vittoria Giunti, partigiana italiana e primo sindaco donna in Sicilia negli anni ‘50, è stato tra i pochi giornalisti a denunciare la corruzione di Salvatore Cuffaro, ex Senatore e Presidente della Regione Sicilia, poi condannato per Mafia. Massimo Manzoli invece fa parte di un’associazione, “Gruppo dello Zuccherificio”, che si occupa di libertà d’informazione dedicando particolare attenzione sulle mafie in Emilia Romagna.

«Abbiamo cominciato facendo un viaggio», continua Alessi, «e abbiamo girato tutti i posti di periferia in cui ci invitavano, che fosse un oratorio, una casa del popolo, un circolo arci o una piazza. Nasce così l’idea di scoprire le periferie, perché proprio in quei posti lì abbiamo trovato l’umanità più bella»

Il libro racconta quattro esperienze: due periferie urbane, il quartiere ghetto di Librino di Catania e quello de Le Piagge di Firenze; una periferia geografica, quella in Val di Susa; e una periferia morale, l’esperienza dell’imprenditore Gaetano Saffioti che a Palmi, in Calabria, denuncia la ‘ndrangheta per poi essere abbandonato dallo Stato.

«Noi raccontiamo quattro storie in cui quel miasma di mafia, massoneria, economia deviata e politica decide di buttare queste persone e queste quattro storie, che dovrebbero essere storie di abbandono e sconfitte, ma che sono invece storie di resistenza meravigliose» ha continuato l’autore, che poi ci ha raccontato delle difficoltà nel reperire le testimonianze dirette: «L’impatto non è stato facile, specialmente in Val di Susa, la difficoltà è stata nello spiegare la nostra curiosità nel capire perché lo Stato abbandoni questi uomini».

Il nome del libro, Terre Forti, era il nome della località di Librino, prima della cementificazione, dove erano presenti vigneti ormai andati completamente distrutti, cancellando una particolarità tipica di quel territorio. Ed è proprio l’amore per la terra uno dei punti di congiunzione di queste quattro esperienze: la difesa della vallata in Val di Susa, il mercato equosolidale a Le Piagge e l’amore per la sua terra dell’imprenditore Saffioti.

L’autore Gaetano Alessi ha poi concluso descrivendo le analogie fra tutte le periferie e le forme di resistenza presenti sul territorio: «Queste costruzioni non hanno luoghi di aggregazione. Non c’è una piazza, un palazzetto dello sport, a Le Piagge non c’è nemmeno una chiesa per 30.000 abitanti. E chi sono le persone che vengono mandate a popolare questi quartieri? A Le Piagge 8 su 10 sono seguite dai servizi sociali, a Librino 6 su 10. I servizi sociali non hanno niente e l’unica alternativa a Le Piagge è offerta dalla Comunità di Don Alessandro Santoro. Cos’è questa Comunità? La Comunità de Le Piagge sono un prete e tante altre persone. E cosa fa questa Comunità? Fanno doposcuola, microcredito e fondano una casa editrice che comincia a far scrivere la gente, libri di poesia bellissime, e poi l’altraeconomia: al centro commerciale rispondono con la bottega equosolidale.»

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