Napoli. A Scampia la proiezione del film “a km zero” di Giuseppe Di Vaio

NAPOLI – Nel pomeriggio di giovedì 21 aprile si è tenuta a Napoli, presso l’Auditorium di Scampia, la prima proiezione del cortometraggio “Rifiutai – La ragione ritrovata”, una produzione appoggiata dall’associazione culturale Napoli Photo Project e resa possibile da alcuni membri dell’associazione stessa, partecipanti attivi in qualità di attori, operatori di ripresa, di montaggio e altro necessario per la sua realizzazione. Enorme e mirabile la solidarietà espressa ieri da artisti cinematografici come Sandro Dionisio e Gaetano Di Vaio; oltre che da associazioni del territorio e artisti ispirati da ogni forma d’arte, accorsi a sostenere il lavoro di Giuseppe Di Vaio, insieme ai cittadini della periferia nord di Napoli.

Il cortometraggio “Rifiutai – La ragione ritrovata” è un’opera realizzata da Giuseppe Di Vaio, presidente dell’associazione culturale Napoli Photo Project, nonché affermato artista. Napoli Photo Project è nata nel 2013 come progetto fotografico teso a dare un’immagine autentica della quotidianità di Napoli e della sua gente. Ma un buon impiego della rete e dei social, in particolare della piattaforma Instagram, ha reso col tempo Giuseppe Di Vaio un personaggio celebre, stimato da tantissimi followers. Oggi Napoli Photo Project è un’associazione culturale impegnata nella produzione e nello sviluppo di progetti artistici e nel supporto di giovani talenti che valorizzano l’arte in tutte le sue forme. Ed è proprio questa la cornice in cui nasce e si inserisce “Rifiutai – La ragione ritrovata”, il cortometraggio realizzato con pochi soldi, per questo definito “a km zero”: tutti quelli che gli hanno dato vita, dagli ideatori, gli sceneggiatori, agli attori, operatori, fotografi, sono cittadini della VIII Municipalità di Napoli, che comprende i territori di Chiaiano, Scampia, Piscinola e Marianella.

Dalle parole di Di Vaio trapelava orgoglio per l’aver realizzato l’opera entro l’VIII Municipalità di Napoli: “Ci abbiamo creduto. Ci abbiamo lavorato per 4 mesi. Io da solo avrei potuto fare qualche fotografia o comunque avrei potuto fare poco. Per un lavoro del genere abbiamo utilizzato l’energia positiva veramente di tante persone. A volte anche quella negativa, che va comunque bene se è costruttiva. E partire prima di tutto dal posto in cui sono nato è un enorme privilegio. Questo è, sì, un territorio con evidenti difficoltà, però si concentrano veramente tanto talento e tanta energia”.

Accordata enorme fiducia al progetto di questi giovani anche da parte del regista Sandro Dionisio, che durante il suo intervento ha detto: “Un grande artista usava dire che può andare lontano solamente chi ha trovato radici. Io penso che questa realtà fotografata da Giuseppe in questo piccolo racconto ci spieghi come chi trova radici può guardare oltre il proprio territorio e guardare a qualcosa che possa essere sensato per sé ma anche per gli altri. Penso agli artisti come intercettatori di frequenza e va dato atto a questi giovani talenti di aver individuato qual è la frequenza su cui sintonizzarsi e bisognerebbe permettergli di continuare il loro percorso artistico. Servirà a tutto il quartiere. Siccome gli artisti sono intercettatori di frequenza, in questo coro suonato che è Napoli ci sono degli artisti adulti, per esempio io, a dirvi che noi ci siamo, siamo pronti a dare una mano, perché il talento che si è annidato in questa frequenza così bella e così forte si sviluppi non si perda, e anzi generi ancora altra gioia”.

Il titolo del film di Di Vaio è esplicativo del suo messaggio: la capacità di dire di no, di non scendere a compromessi con l’illegalità, di “rifiutarsi”. Ma c’è bisogno di una ragione per rifiutarsi, di condizioni favorevoli per restare immuni al fascino dell’illegalità. Lo ha detto anche il professore Francesco Gnisci, premio Nobel per la Pace nel 1985, presente alla proiezione: “non sempre abbiamo le condizioni per essere perfetti, dobbiamo capire che questa nostra ambivalenza è dovuta a quella mancanza di condizioni favorevoli, ma di fronte alle cose giuste tutti siamo felici e sensibili. Questo momento squisito di gioia ci deve far pensare e capire la magnificenza dell’essere umano, nella sua vera struttura, quando le condizioni sono adeguate; rintracciarla in un momento storico in cui al mondo sembra che non ci sia nessuna possibilità di bene, che tutto è corruzione, che tutto è egocentrismo”.

In conclusione dell’incontro l’intervento di un ex detenuto, oggi attivista per i diritti dei detenuti: “Ho fatto 22 anni di carcere. Ho avuto esperienze abbastanza negative in quegli anni. Adesso sono un attivista per i diritti dei detenuti: ho denunciato 3 anni fa le violenze nel carcere di Poggioreale, una cosiddetta “Cella 0” che Gaetano Di Vaio conosce. E adesso sono un attivista a tutti gli effetti oltre a lavorare in teatro grazie a Sandro Dionisio: mi metto tutti i giorni fuori al carcere di Poggioreale e con la mia associazione mi dedico ai ragazzi che escono dal carcere per cercare di recuperarli. Perché non ci importa chi c’è e chi non c’è, chi è venuto e chi non è venuto, l’importante è che ci siamo noi. Per la società è il popolo che deve fare qualcosa, perché se aspettiamo le istituzioni non si muoverà mai niente. La delinquenza secondo me si combatte con il lavoro, non con la repressione: se un giovane fa un reato e va in carcere, il giovane quando esce torna a delinquere perché non trova l’appoggio delle istituzioni”.

Camilla Esposito

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