Istruzione. Report dal convegno “Le parole della scuola e le parole della vita”

ROMA – Martedì 31 ottobre alle ore 15:00, presso il Palazzo Firenze a Roma si è tenuto il convegno “Le parole della scuola e le parole della vita”, promosso dalla società Dante Alighieri per riflettere sul futuro della scuola e la formazione universitaria italiana.

Durante l’evento sono intervenuti il prof. Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri; il prof. Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca; il prof. Luca Serianni, Vicepresidente della Società Dante Alighieri e la prof.ssa Maria Agostina Cabiddu, Ordinaria di Diritto amministrativo al Politecnico di Milano e promotrice della petizione “L’italiano siamo noi”.

L’incontro è stato moderato da Alessandro Masi, Segretario Generale della Dante, e per l’occasione è intervenuta anche Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

A dare il via al dibattito sono state le parole del prof. Riccardi, che ha evidenziato e ribadito l’importanza della cultura umanistica all’interno delle scuole, al fine di formare una nuova classe dirigente colta, tecnicamente qualificata e capace di dare vita a un “Nuovo Umanesimo”. Riprendendo il concetto del sociologo Bauman sulla “paura” – quel senso di impotenza e frustrazione dell’uomo contemporaneo scatenato dalla perdita dei valori e delle sicurezze – Riccardi ha posto l’attenzione “sul divorzio tra le parole della cultura e le parole della politica”.

In un Paese in cui il progresso tecnologico si è sviluppato sempre più velocemente, lasciando indietro lo sviluppo delle coscienze, è importante dar vita al processo di cittadinanza attiva attraverso la conoscenza della lingua italiana. “L’italiano è il ragionare”, così come scriveva lo scrittore Leonardo Sciascia in “Una storia semplice”, perché la buona padronanza della nostra madrelingua produce capacità critica di rielaborazione delle conoscenze e dunque forma cittadini consapevoli, attivi e responsabili.

Al centro del dibattito anche la questione tecnologica e l’implementazione delle tecnologie all’interno delle scuole, le quali devono supportare l’attività didattica e favorire il potenziamento delle competenze linguistiche. Obiettivi inseriti anche all’interno del programma del Piano Nazionale Scuola Digitale, documento varato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale. La Ministra Valeria Fedeli, durante l’incontro ha però affermato che, dal momento in cui la digitalizzazione ha azzerato tutte le situazioni di intermediazione, è stato necessario implementare all’interno della Buona Scuola una delega, diventata decreto legislativo da maggio di quest’anno, riguardante proprio l’importanza della cultura umanistica nei processi formativi. Insomma, chi ci governa dall’alto dei palazzi istituzionali non perde occasione per rammentarci, con un pizzico di contraddittorietà, quanto conti l’istruzione per la formazione personale e professionale dell’individuo.

Durante l’evento poi la Società Dante Alighieri e l’Accademia della Crusca hanno firmato un accordo finalizzato ad avviare un comune percorso di programmazione progettuale e operare congiuntamente.

Obiettivo dell’evento “Le parole della scuola e le parole della vita” dunque, è stato quello di stimolare un momento di confronto sulle competenze linguistiche e filologiche per evitare il divorzio tra cultura e politica.

Antonella Izzo

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