Il bello o il vero? La scultura racconta Napoli

NAPOLI – Dal 30/10/2014 al 30/01/2015 a Napoli, presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore, dalle ore 10:00 alle 18:00 con ingresso gratuito, è stata allestita a cura di Isabella Valente una mostra scultorea dal titolo “Il bello o il vero”, interrogativo che da sempre tormenta gli artisti.

Il primo piano del convento è stato dedicato completamente a queste sculture, 260 per l’esattezza, sistemate in sezioni scelte mediante il criterio cronologico, e risalenti alla fine del XIX secolo e l’inizio del XX, realizzate da artisti di spicco come Luigi de Luca, Achille d’Orsi e Vincenzo Jerace. Il percorso espositivo è unico, e grazie alla collaborazione dell’università di Napoli Federico II e al Databenc, il Distretto ad Alta Tecnologia dei Beni Culturali, le sculture presenti alla mostra, ma anche alcune opere inamovibili sparse nel territorio napoletano, sono presentate in modo innovativo e tecnologico. All’inizio del nostro percorso infatti sono istallati alcuni schermi, dove è possibile leggere la storia di musei, piazze, collezioni che conservano alcune delle opere degli artisti coinvolti nell’esposizione, addirittura è possibile leggere una breve storia dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. E’ disponibile inoltre un’applicazione per tablet e smartphone, che ha la stessa funzione degli schermi, consentendo così ai visitatori di portare con sé le informazioni lungo tutta la durata e la tratta della mostra. Alcuni dispositivi infine permettono di interagire con le opere: ruotarle, leggerne la storia, la provenienza e tanti altri dettagli interessanti.

L’aspetto più importante della rappresentazione è lo spazio destinato a quel determinato periodo storico, forse un po’ trascurato in passato, ma che ha prodotto i suoi frutti in quanto gli artisti, sulla scia di movimenti come il romanticismo, il simbolismo, il verismo e realismo, hanno tentato di dare rilievo soprattutto all’aspetto sociale dell’epoca in cui vivevano, cercando tutti di dare una risposta alla domanda: “L’Arte deve tendere alla bellezza o alla verità?”.

 

Carmela Landino

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