Il 3 maggio Giornata nazionale epilessia. Nuove tecniche e informazioni per contrastarla

ROMA – Il 3 maggio è la Giornata nazionale per l’epilessia. L’1% della popolazione italiana soffre di attacchi epilettici, ma grazie al perfezionamento di nuove tecniche è possibile contrastare la malattia nei bambini.

In occasione della Giornata nazionale di sensibilizzazione per l’epilessia, che si terrà nelle maggiori città italiane, sarà possibile discutere dell’argomento e dare nuove informazioni riguardo la patologia neurologica che colpisce molte persone, tanti bambini: “E’ un appuntamento importante perché fa informazione su una malattia che riguarda l’1% dell’intera popolazione. E se consideriamo i bambini che hanno convulsioni febbrili, la percentuale di pazienti che manifestano crisi convulsive arriva fino al 5% della popolazione“, sono le parole di Federico Vigevano, responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Il termine “crisi epilettica” descrive una varietà di sintomi neurologici dovuti a una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata, di cellule nervose della corteccia o del tronco cerebrale. Nel 5% delle persone, almeno una volta nella loro vita hanno manifestato un’attacco epilettico, ma non è da considerarsi patologico. Le crisi epilettiche sono favorite da fattori che aumentano l’eccitabilità elettrica delle cellule nervose e abbassano la naturale soglia alla loro scarica spontanea: l’uso o la sospensione improvvisa di certi farmaci, droghe o alcool; febbre; deficit di sonno; alterazioni degli elettroliti; e infine fattori genetici e metabolici.

Per poter effettuare una diagnosi di epilessia è necessaria un’accurata valutazione dei sintomi e della storia clinica, che deve possibilmente comprendere anche le osservazioni dettagliate da parte di terzi, dato che l’alterazione o la perdita di coscienza molto spesso precludono una descrizione dettagliata dei sintomi da parte del paziente stesso. Grazie all’elettroencefalogramma, l’EEG, si può rilevare l’attività elettrica del cervello: un’analisi fondamentale nella diagnosi dell’epilessia, perché le alterazioni elettriche talvolta possono essere presenti anche in assenza dei sintomi.

L’anno scorso, presso l’Ospedale della Santa Sede, è stata migliorata la cosiddetta tecnica del Wada Test in ambito pediatrico, e la Stereo EEG, la Stereoelettroencefalografia: la prima tecnica consente durante l’iter pre chirurgico una precisa identificazione delle aree cerebrali coinvolte nel linguaggio e nel movimento, agevolando anche la successiva rimozione di lesioni cerebrali responsabili delle crisi epilettiche e l’asportazione di tumori cerebrali; la seconda tecnica invece permette il monitoraggio dell’attività elettrica cerebrale nei pazienti affetti da crisi epilettiche. Al riguardo, la Stereo EEG nel 2014 è stata utilizzata per la prima volta su un piccolo paziente al di sotto dei 20 mesi di età. Il Dr. Vigevano infatti informa che “La Stereo EEG consente di registrare le crisi epilettiche abituali del paziente direttamente dalle strutture cerebrali coinvolte e di valutare l’attività elettrica cerebrale anche per diversi giorni consecutivi. Inoltre è possibile inviare impulsi elettrici direttamente nel cervello per studiarne le funzioni”.

Un’appuntamento dunque molto importante quello di domani, per la divulgazione scientifica e di nuove informazioni e tecniche relative all’epilessia, patologia neurologica che colpisce migliaia di adulti e bambini in Italia.

Iulia Nicoleta Dana

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