Egitto. Rilasciata reporter accusata di legami con i Fratelli Musulmani

CAIRO – La Corte Criminale del Cairo ha formalizzato il rilascio della fotoreporter e attivista egiziana Esraa el Taweel, arrestata nel giugno scorso con l’accusa di affiliazione a organizzazione terroristica. Il rilascio è stato predisposto per motivi di salute, così come riporta il quotidiano egiziano Shorouk, mentre secondo al Arham, testata di Stato del Paese, la ragazza sarà ai domiciliari per tutta la durata delle indagini che riguardano i capi di imputazione.

Le accuse sarebbero molteplici: oltre che di legami con i Fratelli Musulmani, la giovane reporter, di soli 23 anni, è stata accusata di aver leso l’unità e la sicurezza nazionale diffondendo materiale infamante per il Paese sulla base di false informazioni. Quando lo scorso novembre, nonostante le cagionevoli condizioni di salute, alla giovane erano stati dati altri 45 giorni di carcere, le organizzazioni umanitarie sul territorio avevano cominciato una raccolta firme per chiederne il rilascio immediato. La protesta è stata animata non solo dall’ingiusta detenzione, ma anche dalle modalità di arresto della ragazza, la quale sarebbe scomparsa il 1 giugno dopo aver cenato fuori con degli amici. Per due settimane nessuno aveva saputo più niente della giornalista, fino a quando fu ritrovata nella prigione femminile di Al Qanater. La ragazza era nel pieno di un ciclo di terapie: nel gennaio del 2014 era stata sparata alla schiena mentre scattava delle foto durante una protesta in piazza e da allora tentava di recuperare l’uso delle gambe.

Dal carcere la El Taweel ha più volte descritto le impervie condizioni a cui era sottoposta, richiedendo in diverse occasioni le cure mediche necessarie, in seguito all’aggravarsi del suo stato di salute. Alla giovane è stato concesso di lasciare la prigione un mese dopo il rilascio di alcuni documenti da parte dei Servizi di Sicurezza Egiziani, secondo i quali la El Taweel avrebbe confessato i reati di cui è accusata ed avrebbe ammesso, oltre che di aver diffuso false informazioni, anche di essere a conoscenza di piani per assassinare un’alta carica ufficiale egiziana. Il team legale della reporter ha negato la validità delle confessioni ritenendole probabilmente estorte con la forza o l’inganno.

Dal luglio 2013 sono state arrestate 41.000 persone in Egitto, tra di esse molti giornalisti e reporter nello svolgimento della propria professione. Queste detenzioni hanno contribuito a fare dell’Egitto il secondo paese al mondo, dopo la Cina, con il maggior numero di giornalisti detenuti. In particolar modo, secondo i dati forniti dalla Commissione Protezione Giornalisti, nelle prigioni del Cairo ci sarebbero 23 giornalisti, un numero che è raddoppiato rispetto al 2014.

By Margherita Sarno

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