Carceri. Allarme sovraffollamento, si torna a chiedere amnistia

NAPOLI – Le cifre parlano chiaro: nelle carceri italiane il sovraffollamento tocca quota 113% e il numero dei detenuti è tornato a superare i 57mila. A dimostrarlo è l’associazione Antigone (Associazione non governativa che si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale -ndr) nel pre-rapporto 2017 presentato alla Camera sulle carceri italiane, con dati aggiornati al 21 luglio scorso.
In alcune prigioni lo spazio minimo per detenuto non supera i 3 metri quadri, limite stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale ha anche più volte condannato l’Italia per il “trattamento inumano e degradante” nelle sue carceri.

Ad aggravare la situazione anche le condizioni igienico sanitarie inadeguate, la carenza di docce nelle celle, la mancata attivazione di corsi scolastici o di formazione professionale.

Consultando i dati riportati sul sito del Ministero della giustizia, aggiornati al 30 settembre 2017, si evince che la Campania conta circa 7.184 detenuti con capienza regolamentare degli istituti penitenziari di 6.122. È seconda alla Lombardia, che risulta una delle regioni con più alto tasso di sovraffollamento delle carceri: 8.314 detenuti presenti e capienza regolamentare di 6.246.

Da mesi dunque il fenomeno del sovraffollamento è costantemente denunciato da varie organizzazioni politiche e centri sociali, che protestano contro le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i detenuti.

Lo scorso 22 settembre il centro sociale Anomalia, con sede a Palermo, ha indetto una manifestazione per stimolare l’intera popolazione a chiedere l’amnistia (Concessa l’ultima volta nel 1990 – ndr), e porre dunque fine a una situazione di grave violazione dei più elementari diritti umani.

Per quanto riguarda la Campania, “in carceri come Poggioreale vi sono celle in cui sono stipate 8, 10, 12 persone. Al 31 agosto, solo in Campania, i detenuti superano di 1.000 unità i posti disponibili”. Questo è quanto riporta un post condiviso sul social network facebook dalla pagina “Parenti e amici delle detenute del carcere di Pozzuoli”,  la cui organizzazione, insieme agli attivisti di “Mensa occupata”, chiede misure correttive, di rieducazione e abolizione del carcere.

A tal proposito abbiamo intervistato un’attivista di Mensa occupata, Angelo de Luigi.

Qual è la situazione attuale riguardante il sovraffollamento delle carceri?

«È un problema che riguarda non solo la Campania, ma varie regioni italiane. L’iniziativa proposta dal centro sociale Anomalia voleva avere un respiro più ampio proprio perchè si tratta di un problema comune. A breve si tornerà a parlare di emergenza per una serie di procedure che sono state adottate: mi riferisco alla riforma del processo penale, con la cui sospensione della prescrizione si allungano i tempi per la corruzione.»

Chiedete anche l’abolizione del carcere?

«Siamo abolizionisti, andiamo sulla difensiva. Il carcere è sbagliato e sono ufficiali i dati che lo dimostrano. Per come funziona ora, se un criminale esce dal carcere è molto probabile che commetta lo stesso crimine.»

Quali dunque le soluzioni alternative?

«Per ora il carcere è funzionale a mantenere effetti sociali e comunque non garantisce giustizia. Chiediamo che all’abolizione del carcere si accompagni un modello sociale completamente diverso da quello attuale. È importante tornare a parlare di certe questioni, mettere in campo parole d’ordine attraverso le quali si dia vita a nuove categorie sociali.»

Per le vittime dei reati invece che giustizia c’è?

«Io non penso che il carcere faccia giustizia per le vittime dei reati. A causa del malfunzionamento del sistema penale italiano non è garantita giustizia alle vittime.»

Antonella Izzo

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