Bordeaux. Escalation di violenza nel IV atto dei “Gilets gialli”

BORDEAUX – Altra giornata di protesta nazionale dei “Gilets jaunes”. Sabato 8 dicembre nuove manifestazioni si sono svolte in tutto il Paese, alcune particolarmente violente, nonostante l’annullamento dell’aumento delle imposte sui carburanti per il 2019, confermata dal governo francese la scorsa settimana. A Bordeaux la mobilitazione, partita da Piazza della Borsa alle ore 14:00, e giunta in Piazza Pey-Berland davanti all’Hôtel de ville, è degenerata ben presto in violenza, propagatasi fino al centro cittadino.

Dopo i violenti scontri del 1 dicembre, il primo ministro francese Édouard Philippe aveva inizialmente dichiarato una moratoria di 6 mesi riguardo all’aumento delle imposte sui carburanti prevista dal 1 gennaio 2019, rispettivamente di 0.065 €/l per il diesel, e 0.029 €/l per la benzina. Mercoledì 5 dicembre è arrivata la decisione di eliminazione della misura dal Progetto di Legge delle Finanze 2019, confermata alle 20:00 del giorno successivo in diretta televisiva. L’annullamento della misura, dopo settimane di intransigenza del governo e del presidente Macron, non è stata sufficiente a placare la protesta del movimento giallo, le cui rivendicazioni vanno oltre i costi del carburante, puntando fondamentalmente a una maggiore giustizia sociale. Il movimento dei gilets gialli ha una composizione molto eterogenea, ma riunisce essenzialmente quei cittadini che lamentano l’erosione del loro potere di acquisto e una controprestazione in servizi ineguale rispetto al loro contributo fiscale.

Il 7 dicembre la prefettura della Gironda aveva comunicato sul suo sito l’adozione di misure di polizia amministrativa a titolo preventivo, finalizzate a limitare l’acquisto e il trasporto di carburanti e ingegni pirotecnici, di alcolici non consumabili e di tutti i prodotti chimici o infiammabili dalle ore 08:00 di venerdì 7 dicembre fino alle ore ore 08:00 del giorno 10. I disordini del 1 dicembre, le reazioni ‘gialle’ alle dichiarazioni governative e la mancata dichiarazione della manifestazione, avevano convinto le autorità ad annullare molti eventi in Gironda e a mobilitare più forze dell’ordine: 566 tra poliziotti e gendarmes, due mezzi blindati della Gendarmerie e un elicottero in continua perlustrazione.

I manifestanti sono giunti pacificamente in Piazza Pey-Berland, alcuni attaccando lo striscione “No alla violenza” su un mezzo delle forze dell’ordine. Un inizio mite, spezzato dall’arrivo dei vandali tra i manifestanti e il lancio dei primi oggetti contro i CRS: vano il tentativo di alcuni gilets gialli di scongiurare gli scontri invitando a fare da scudo ai CRS, che in seguito alle provocazioni hanno risposto lanciando fumogeni. La violenza scoppia improvvisa: si aprono due fronti di scontri sui due lati dell’Hôtel de ville, alcuni manifestanti si inginocchiano in segno di pace davanti ai piedi dell’albero di natale allestito in piazza, rischiando di venire colpiti dagli oggetti scaraventati in aria. L’iniziale perimetro di sicurezza è di qualche metro più avanzato rispetto a sette giorni prima: i fumogeni, le granate lacrimogene, inducono i manifestanti violenti a indietreggiare e a improvvisare la prima barricata a pochi passi dalla fermata del tram A ‘Hôtel de ville’. Le lamiere delimitanti il cantiere dei lavori della cattedrale Saint-André vengono completamente imbrattate, con la forza alcuni individui riescono ad accedervi recuperando oggetti utili agli scontri. Tra i cassonetti dell’immondizia bruciati, ciottoli recuperati dai marciapedi e lanciati contri i CRS, bottiglie di vetro, bocce di pétanque, razzi di soccorso, colpi di flash ball, granate lacrimogene, arrivano i primi feriti assistiti dai servizi di soccorso (SDIS, SAMU) costantemente presenti.

L’avanzata dei CRS spinge gli scontri davanti al museo di Aquitania, preventivamente chiuso insieme ad altri siti cittadini, quindi su Corso Alsacie-et-Lorraine, Via Ravez; in Via Sainte-Catherine viene saccheggiato un Apple Store. La violenza e il vandalismo devastano anche Corso Victor Hugo: i vandali sfondano due banche e un ufficio postale, distruggendo gli sportelli di prelievo esterni. Vengono distrutte le stazioni di attesa dei bus “Porte de Bourgogne” e “Salinières”, un furgone viene incendiato, molti esercizi commerciali danneggiati, panchine distrutte. Fino a Porta di Borgogna vengono improvvisate e incendiate numerose barricate; in alcuni casi i manifestanti hanno forzato macchine, pericolosamente prossime alle fiamme, spostandole tempestivamente. La violenza è giunta fino al Ponte di Pietra, in prossimità del quale è stato anche acceso un fuoco su una corsia di un’arteria stradale aperta al traffico.

Il giorno successivo, Didier Lallement, prefetto della Gironda e della Nuova-Aquitania, ha aggiornato su Twitter il bilancio degli scontri: 69 interpellanze, 54 fermi, 38 feriti, tra cui 6 poliziotti: tra i feriti, un manifestante ha perso un occhio e un altro una mano per l’esplosione di una granata lacrimogena che aveva raccolto.

Il V atto della mobilitazione ‘gialla’ è previsto per sabato 15 dicembre.

Tullio Nese

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