Attivismo. Presidio solidale a sostegno di Laurent, ferroviere a rischio radiazione dalla SNCF

BORDEAUX – Si è svolto mercoledì 17 ottobre il consiglio disciplinare della SNCF (Société Nationale des Chemins de fer Français) contro Laurent Douthe, controllore di Bayonne e militante della “CGT Cheminots”, accusato di gravi fatti di condotta presumibilmente tenuti durante una delle giornate del lungo sciopero promosso dai sindacati dei ferrovieri la scorsa primavera. Per sostenere il loro collega e compagno a rischio di radiazione, alcuni sindacati (CGT Cheminots, SUD Rail, CFDT Cheminots) ed organizzazioni politiche si sono radunate davanti all’edificio “Le Prélude”, sede della direzione regionale della SNCF, in cui si è svolto il consiglio disciplinare.

Laurent Douthe è originario di Hendaye, ferroviere da più di 15 anni nel circondario di Bayonne. Laurent è accusato di aver ‘cinturato’ una dirigente della SNCF nel corso di uno sciopero svoltosi il 22 giugno alla stazione di Saint-Jean-de-Luz, nel dipartimento dei Pirenei Atlantici. Dopo quel giorno la direzione della SNCF lo aveva convocato il 4 settembre per una prima udienza preliminare a “Le Prélude” a Bordeaux, confermando l’eventualità di radiazione per il ferroviere.

Laurent milita nella CGT Cheminots, il più rappresentativo tra i cinque sindacati della SNCF che dalla primavera di quest’anno conducono una dura lotta contro il governo, opponendosi alla riforma del trasporto ferroviario. A febbraio, dopo la pubblicazione del “rapporto Spinetta” redatto da Jean-Cyril Spinetta, ex presidente e amministratore delegato di Air France e del gruppo Air France-KLM, il primo ministro francese Edouard Philippe aveva annunciato la necessità di una tempestiva riforma ferroviaria al fine di incentivare la modernizzazione del trasporto nazionale. La reazione dei sindacati della SNCF al contenuto del progetto di legge è stata innovativa: un lungo sciopero calendarizzato dal 3 aprile al 28 giugno al ritmo di due giorni di sciopero ogni cinque per consentire la partecipazione ‘a rotazione’ dei ferrovieri e al fine di negoziare con il governo. Nonostante la mobilitazione di massa, la riforma è stata definitivamente approvata dal Senato il 14 giugno ricalcando i tre assi originari del progetto: completa liberalizzazione del trasporto ferroviario (nel 2019 per i treni regionali; dicembre 2020 per i TGV); riassetto della SNCF in una società a capitali pubblici; fine dello Statuto dei ferrovieri, ma conservazione dello stesso per i lavoratori attuali. Conclusasi la stagione degli scioperi, la direzione della SNCF ha aperto dei fascicoli disciplinari per grave condotta nei confronti di alcuni ferrovieri scioperanti, alcuni dei quali rischiano la radiazione.

Per saperne di più, nell’attesa dello svolgimento del consiglio disciplinare, abbiamo rivolto alcune domande a David Plages, responsabile CGT Cheminots della regione Nuova Aquitania.

Dopo l’approvazione della riforma al Senato, si svolgeranno ancora scioperi?

«Ci sono sempre degli scioperi, ma ciò che bisogna comprendere è che attraverso la nostra strategia abbiamo cercato di raddrizzare il dibattito sullo statuto dei ferrovieri che è condotto in maniera populista dal governo. Io mi interrogo sulle finalità europee di questa politica liberista: con l’apertura completa alla liberalizzazione e con la fine dello statuto si intende introdurre il precariato nell’impresa, abbassando i costi sul solo dogma del dumping sociale. Ci sono leggi, ma anche un codice del lavoro che è stato votato: noi continuiamo a lottare insieme ai ferrovieri del settore privato per negoziare il contenuto di una convenzione collettiva nazionale a cui gli operatori del settore dovranno conformarsi.»

Durante i mesi di discussione della riforma avete presentato proposte al governo?

«La CGT Cheminots ha presentato il suo patto ferroviario “Insieme per il ferro”, ma nulla è stato incluso nella legge perché si è esclusivamente in una logica di mercato.»

Perché Laurent rischia la radiazione dalla SNCF?

«Laurent è accusato di aver cinturato una direttrice della SNCF durante una manifestazione a giugno, per questo episodio rischia il licenziamento. Noi crediamo che si tratti di un licenziamento politico sostenuto anche dal governo francese: attraverso Laurent è il sindacato che si attacca, si sta provando a instaurare la paura tra i ferrovieri e militanti dopo la conclusione dello sciopero e l’approvazione della riforma, è inaccettabile! Ci sono dei video e circa 70 testimoni oculari che attestano il contrario sull’episodio incriminato: nel dossier non c’è scritto nulla, solo le testimonianze di tre persone di cui una ha affermato di non aver visto nulla!»

Il consiglio disciplinare si è concluso alle ore 16:00, la decisione definitiva sul futuro di Laurent verrà presa dal direttore della SNCF Nuova Aquitania che entro un mese dovrà esprimersi.

Tullio Nese

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