Attivismo. “L’Arco per l’Avvenire” al fianco delle donne

NAPOLI – In occasione di “Marzo Donna 2017”, programma patrocinato dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, l’associazione “L’Arco per l’Avvenire” ha organizzato il convegno “La donna e l’orizzonte di opportunità, da costruire nella realtà”. L’incontro, tenutosi il 24 marzo presso la Parrocchia di San Liborio alla Carità in Piazza Carità 12, ha avuto lo scopo di sensibilizzare i partecipanti sul tema delle pari opportunità.

E’ dal 1996 che l’associazione culturale socio-psico sanitaria “L’Arco per l’Avvenire” interviene con diverse attività a vantaggio della donna e del minore. Oggi il suo servizio si inserisce in Marzo Donna, un’iniziativa che prevede prestazioni professionali, eventi culturali, live show legati alla tutela della donna e delle pari opportunità.
La Dott. Maria Concetta Vitale, presidente dell’associazione, ha aperto il convegno presentandone il tema: la donna e le sue possibilità inquadrate nel contesto sociale. Ha proseguito il Dott. Pasquale Esposito, da anni attivo al fianco delle iniziative di “L’Arco per l’Avvenire”, che ha sottolineato l’importanza dell’informazione, quindi di convegni, riunioni e confronti in cui si possa parlare di difficoltà e proposte.
Il microfono è passato nelle mani della Prof.ssa Maria Grazia Colicchio, che ha definito troppo riduttivo il discorso intorno alla condizione femminile: “è necessario inserirlo in un’ottica sistemica, quella della società, di cui la donna è un attore”. Ha inoltre esposto il suo parere circa l’importanza di salvaguardare le differenze e di garantire alle donne la possibilità di autodeterminarsi: “le differenze di genere esistono, ma vanno rivalutate. Dobbiamo poter scegliere, uomini e donne, ciò che vogliamo essere”. Il suo intervento si è concluso con la proposta di intervenire dal basso per la creazione di una società più equa, in cui agiscano insieme scuole e famiglie.

E’ intervenuta con alcune considerazioni sulla condizione femminile anche la Prof.ssa Floriana Vernola, che ha aperto un piccolo dibattito tra i presenti. Da segnalare l’intervento della socia Claudia Tufano, pedagogista, che ha tracciato un breve excursus storico sui ruoli sociali di uomini e donne e sulle lotte sociali di queste ultime. La stessa ha concluso lanciando uno spunto di riflessione sulla nostra società, per molti versi ancora androcentrica. Al riguardo abbiamo raccolto la sua testimonianza.

Di cosa si occupa l’associazione “L’Arco per l’Avvenire”?

«E’ un’associazione di volontariato no-profit, culturale e socio-psico sanitaria, a vantaggio della donna e del minore. Siamo un’associazione culturale in quanto organizziamo diversi convegni come questo, partecipiamo al Marzo Donna da sempre. Operiamo nel sociale, soprattutto nei quartieri spagnoli. Offriamo consulenza professionale alle donne del quartiere e portiamo sostegno psicologico a donne e minori. Il nostro servizio di counseling è molto apprezzato, soprattutto nelle scuole: con lo stesso servizio siamo presenti anche negli ospedali pediatrici. Abbiamo diversi sportelli di ascolto attivo, come quello a Montecalvario».

Che cos’è “Marzo Donna”?

«E’ un’iniziativa del Comune di Napoli. Noi vi aderiamo, insieme a tante altre associazioni. Ogni anno è possibile accedere a diverse iniziative proposte dalle varie realtà operanti sul territorio. Con la nostra adesione vogliamo essere di supporto a donne che, a volte, vivono condizioni di disagio».

Cosa augura alla donna napoletana?

«Le auguro di poter avere ciò che vuole. Oggi la donna ha conquistato una maggiore libertà rispetto al passato, può riuscirci. I tempi in cui viviamo non sono semplici, ma non lo sono per nessuno. Mi auguro una cosa molto semplice, che ogni donna possa raggiungere i suoi obiettivi ed essere felice».

Attraverso quali mezzi la società può raggiungere la vera uguaglianza?

«Innanzitutto con la cultura. Tutto parte dall’informazione, perché l’ignoranza è la madre di tanti problemi e contraddittorietà. Partendo dall’educazione nelle scuole, occorrerebbe plasmare una forma mentis che favorisca l’unità sociale tra il mondo maschile e femminile. Questo servirebbe a superare le situazioni di conflitto che si creano talvolta tra l’uomo e la donna».

Noemi Orabona

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