Acqua bene comune. La sponda del Papa al Movimento 5 Stelle

NAPOLI – Il 22 marzo si festeggia la Giornata Mondiale dell’Acqua, giornata di riflessione promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite al fine di rendere disponibile, gratuitamente, la risorsa vitale a tutte le popolazioni della terra e tutelarne la salubrità.

Al riguardo, così si è espresso il Papa all’Angelus di oggi, il giorno seguente la sua calorosa visita napoletana: “L’acqua è l’elemento più essenziale per la vita, e dalla nostra capacità di custodirlo e di condividerlo dipende il futuro dell’Umanità. Incoraggio pertanto la Comunità internazionale a vigilare affinché le acque del pianeta siano adeguatamente protette e nessuno sia escluso o discriminato nell’uso di questo bene, che è un bene comune per eccellenza.”.

Perfettamente in linea con il pensiero papale è la posizione chiara del Movimento 5 Stelle che, attraverso un comunicato stampa diffuso da Valeria Ciarambino, il candidato Presidente alla Regione Campania esprime totale dissenso nei confronti della gestione delle risorse idriche da parte dell’Amministrazione regionale governata da Stefano Caldoro: “Tutti oggi dovremmo promuovere iniziative concrete a tutela dell’acqua come bene pubblico. Purtroppo non è così: Caldoro se ne frega della volontà di 27 milioni di cittadini, espressa con il risultato referendario che chiedeva l’eliminazione dei profitti dall’acqua e la gestione pubblica, e intende consegnare alle multinazionali dell’acqua le nostre risorse idriche. (…) Ma il problema è ancora più grave e mette a rischio inquinamento i nostri bacini idrici, perché Caldoro e Renzi calpestano la volontà dei cittadini anche riguardo l’avvelenamento del territorio a opera delle trivelle del petrolio in una delle terre più belle e ricche di acqua, natura ed enogastronomiche.”. Il riferimento è alla mancata opposizione della Regione Campania, di tutti i Consiglieri di maggioranza e minoranza, allo Sblocca Italia di Renzi, che potenzialmente consentirà alle trivelle in cerca di petrolio anche nel territorio irpino di inquinare un bacino idrico che attualmente fornisce circa 4000 litri di acqua potabile al secondo le regioni di Campania e Basilicata.

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