Violenza di genere. A Gaeta uno sportello d’ascolto nella chiesa di S. Stefano

GAETA – Dal 13 marzo a Gaeta, Comune laziale in provincia di Latina, presso uno dei locali della chiesa di S. Stefano in Via dei Frassini, grazie alla collaborazione tra l’associazione Diritto&Donna e il parroco Don Stefano Castaldi è stato aperto uno sportello d’ascolto per tutte le donne vittime di violenza e che hanno bisogno di supporto legale e psicologico.

L’associazione Diritto&Donna, che ha sede a Corso Cavour 24, nasce nell’aprile 2016 grazie all’Avv. Valeria Aprile e a Maria Cattolico, per fornire assistenza legale in materie come separazioni giudiziali, divorzio, stalking, cyberstalking, cambiamento di identità e altre problematiche per quanto riguarda la tutela dei minori.

Al riguardo abbiamo raccolto la testimonianza dell’Avv. Valeria Aprile.

Quali tutele per la donna, vittima di violenza, che denuncia?

«Gli strumenti previsti dal legislatore in tema di violenza domestica sono regolati dalla legge 154/2001, che prevede le misure di protezione basate sia su strumenti civilistici che penalistici. In sede penale il legislatore ha previsto la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, quindi il colpevole viene immediatamente obbligato a lasciare la casa coniugale dove può rientrare solo dietro autorizzazione del giudice e con lo stesso provvedimento può anche prescrivere il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. In più, il decreto legge n°93 del 2013, che introduce l’art. 384 bis, regola l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e consiste, previa autorizzazione del PM, nel divieto di avvicinarsi nei luoghi frequentati dalla vittima. Per quanto riguarda invece gli strumenti di tutela civile previsti, riguardano quei casi in cui c’è una situazione di tensione, ma non necessariamente di reato in cui si rende necessario un ordine di protezione, cioè un provvedimento d’urgenza, che ha una durata massima di un anno, con cui sono ordinati la cessazione della condotta e l’allontanamento dalla casa familiare e dai luoghi frequentati dalla vittima. Inoltre, prima della denuncia, la legge prevede uno strumento amministrativo di ammonimento, ovvero il Questore dispone, a colui che attraverso atti di violenza o azioni non permette alla vittima di vivere serenamente la propria quotidianità, la cessazione della condotta lesiva verso la vittima e nel caso non cessi si passa alla denuncia.»

Come aiutare una donna vittima di violenza psicologica, oltre che fisica?

«La violenza psicologica è la forma più deleteria di violenza, perché difficile da dimostrare. Bisogna che la donna acquisti in primis consapevolezza di sé e questo è possibile solo attraverso un percorso psicologico con un professionista, che la aiuterà a riacquistare fiducia e sicurezza in sé, per trovare la forza di denunciare e tornare a vivere la propria vita serenamente».

E oggi c’è un ulteriore sportello a sostegno. Perché presso una parrocchia?

«L’idea di aprire uno sportello di ascolto presso la parrocchia di S.Stefano nasce dalla necessità di continuare sul nostro territorio a operare per tutelare e sensibilizzare le donne, ma anche per garantire una protezione e una certa privacy in una piccola realtà come quella di Gaeta, dove tutti conoscono tutti e sicuramente l’ambiente parrocchiale garantisce tale anonimato».

Cosa accade dopo la denuncia?

«Dopo la denuncia inizia il processo penale, quindi c’è bisogno di assistenza legale, ma anche del supporto psicologico, in quanto è una fase delicata e molte donne sono prese da dubbi e a volte per la presenza di figli, nati da una relazione con la persona denunciata, si tende a ritirare la denuncia prima che inizi il processo, quindi è fondamentale che non si senta mai sola fino alla fine del procedimento».

Emanuela Conte

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