Solidarietà. La campagna #OverTheFortress arrivata a Pozzallo

POZZALLO – È arrivato a Pozzallo, nella provincia siciliana di Ragusa, lunedì 31 ottobre, il camper della campagna #OverTheFortress, che nelle scorse settimane ha toccato le città di Idomeni, Salonicco e Oreokastro in Grecia. La campagna, interamente autofinanziata, è iniziata nell’agosto 2015 per l’osservazione, la documentazione e la denuncia di ciò che accade ai migranti che tentano di attraversare la “rotta balcanica”. Ora è in territorio italiano per raggiungere nei prossimi mesi diverse regioni: Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Lazio, con tappa finale a Roma il 22 dicembre 2016, con lo scopo di portare avanti un’azione di inchiesta al fianco dei migranti, dando voce alle realtà locali e mettendo in discussione i luoghi comuni a cui spesso si fa riferimento nel trattare l’argomento.

La scelta di iniziare dalla città di Pozzallo, tenendo la conferenza stampa davanti all’hotspot dei migranti non è causale: Pozzallo infatti è il punto di arrivo in Italia per quanti attraversano il Mediterraneo centrale, ma è anche una di quelle città in cui non mancano esempi di politiche di buona accoglienza e di solidarietà dal basso, troppo spesso dimenticate e poco valorizzate, come la creazione del caffè letterario che ormai da anni rappresenta un grande aiuto per i migranti che arrivano e che vogliono conoscere e studiare l’italiano.

Nell’azione di monitoraggio intrapresa dagli attivisti della campagna, l’attenzione verrà anche posta alle storie dei migranti che vivono in campi informali attorno agli Hub, ai CARA e dei lavoratori nelle campagne costretti alla vita nei ghetti: se da un lato si cercherà di mettere in luce le esperienze virtuose di accoglienza, attraverso report multimediali, interviste e racconti che andranno alla fine a costituire un reportage collettivo, dall’altro lato gli stessi strumenti saranno utilizzati per denunciare gli aspetti negativi del sistema di accoglienza in Italia, paese che, come la Grecia, rischia di trasformarsi in una prigione a cielo aperto. Il nuovo approccio delle politiche europee infatti si è espresso attraverso la creazione di centri hotspot localizzati nel Sud Italia, in cui ai migranti viene imposta l’identificazione anche attraverso l’uso della forza. Tuttavia le lunghe attese nei centri e le loro precarie condizioni mostrano la necessità di adottare una politica basata sull’accoglienza e l’integrazione nel lungo periodo, superando così l’approccio limitativo dell’emergenza.

By Carmela Guida Aquilante

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