Si è spenta a 117 anni la donna più anziana del mondo

OSAKA – I quattro nipoti e i sei pronipoti, che l’hanno assistita fino al decesso, e gli infermieri della casa di cura dove viveva, hanno annunciato stamattina la morte di Misao Okawa. Nata il 5 marzo 1898 in una sartoria di Osaka, la donna era entrata nei Guinnes dei primati come la persona più anziana mai nata in Asia e la donna più longeva del mondo.

Dopo aver spento 117 candeline poco più di un mese fa, l’anziana signora non ha retto il peso di una grave insufficienza cardiaca. A dare la triste notizia è stato Tomohiro Okada, assistente presso la casa di cura dove era ricoverata da qualche tempo la donna. “Si è spenta tranquillamente, quasi sembrava che dormisse. Già ci manca moltissimo.”, queste le uniche parole pronunciate dagli infermieri che accudivano la detentrice del record.

In occasione dei festeggiamenti per il suo centodiciassettesimo compleanno, a chiunque le avesse chiesto di svelare il segreto per vivere cosi al lungo, senza alcuna esitazione aveva risposto: “In realtà signori, neanche io lo so”La donna infatti fino a dieci giorni prima, quando le sue condizioni di salute non erano ancora critiche e preoccupanti, trascorreva le sue giornate bevendo thé e gustando i suoi piatti preferiti. Nonostante la sua età anagrafica le avesse conferito un posto d’onore tra i record mondiali, la veneranda Misao Okawa dichiarò, poco prima di spegnersi, che la sua vita era stata fin troppo breve. Il caso di Miaso Okawa è solo uno dei tanti che testimoniano la straordinaria longevità degli abitanti della terra del Sol Levante, i centenari infatti arrivano a quota 36.276. Per questo motivo studiosi e scienziati di tutto il mondo hanno da sempre cercato l’elisir di lunga vita a Oriente.

Qual è il segreto che si cela dietro a una cosi lunga tradizione di primati centenari? Secondo gli esperti dell’Okinawa Research Center for Longevity Science la risposta sarebbe non solo da ricercarsi nell’alimentazione semivegetariana, o perlomeno povera di grassi, ma anche nel rapporto tra i giapponesi, la natura e la concezione ciclica della vita. Il fattore psicologico gioca un ruolo predominate nella realtà di ogni singolo individuo, la totale assenza di connessione con la natura e la mancanza di un rapporto concreto con il mondo esterno, generano angoscia e preoccupazione concependo la morte come unico punto di arrivo dell’esistenza umana. Per buddisti e shintoisti invece, la consapevolezza della precarietà della vita è compensata dalla cognizione di un processo continuo di vitalità: questo straordinario mix rappresenterebbe secondo gli studiosi, il segreto di lunga vita.

By Federica Mandara

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